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La guerra come prospettiva di dolore

QUANDO I SIGNORI DELLA TERRA GIOCANO ALLA GUERRA
I BAMBINI SMETTONO DI GIOCARE
            del Segretario Circolo Territoriale PRC “Valle del Noce”
La guerra, col suo carico di vite umane spezzate, di sangue versato, di distruzioni operate, di sofferenze perpetuate, si riaffaccia imminente alle nostre porte.

Il voto favorevole del congresso americano alle operazioni di Bush avvicina sempre di più questa tragica prospettiva di dolore. Questo è il punto da cui partire per concentrare ogni sforzo affinché nel nostro paese, come in Europa e nel mondo, coloro che ripudiano la guerra e che vogliono la pace, si mobilitino, facciano sentire la loro voce, incalzino governi nazionali ed organismi internazionali.

In Italia si è aperta – a partire dalle manifestazioni del 14 e del 28 settembre – una stagione di lotte contro il governo Berlusconi. E’ necessario che il no, senza se e senza ma, alla guerra diventi una delle principali parole d’ordine (insieme alla difesa e alla estensione dei diritti e delle tutele del lavoro, ed a fianco delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che in questi giorni vivono sulla propria pelle la crisi della Fiat) di quell’appuntamento, per arrivare alla proclamazione di un’altra giornata nazionale di lotta, in cui venga resa visibile a tutti la volontà di pace che attraversa la grande maggioranza degli italiani.

A partire da questa guerra, la quale si configura sempre più come strumento degli Usa per il mantenimento della propria egemonia mondiale in crisi, quale strumento per garantirsi il controllo di risorse energetiche fondamentali (leggasi petrolio e gas), e per esorcizzare lo spettro di scandali minanti alla radice la credibilità del capitalismo, dobbiamo provare a dare vita, insieme a tutti i soggetti che operano sul territorio nazionale e che considerano l’opposizione alla guerra una priorità dell’agire politico, ad un grande Foro permanente per la Pace, luogo di discussione e di promozione delle politiche a favore della pace e della solidarietà internazionale.

Quella di un luogo permanente per la promozione di tali politiche diventa al tempo stesso una esigenza ed una necessità irrinunciabili, proprio perché la guerra è diventata una componente costante della costituzione materiale di dominio imperialistico.
Per evitare che la guerra fuoriesca dalla sua dimensione storica per irrompere nel destino dell’umanità occorre attrezzarci dotando tutta l’opposizione alla guerra (ed alle guerre) di strutture stabili in grado di contrastare in modo durevole le iniziative dei signori della guerra e dei loro fedeli servitori.