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Trecchina e la Biblioteca che non arriva

Trecchina, uno dei paesi più belli della Vale del Noce deve fare i conti con la carenza di centri ricreativo-culturali e cinema. Quanto bisognerà aspettare ancora per una Biblioteca?

Siamo a Trecchina un paese di appena 2500 abitanti, popolato da molti anziani, ma anche da molti adolescenti e bambini, non ci sono centri culturali, circoli ricreativi, cinema, ed anche l’associazionismo non brilla in iniziative che vanno al di là delle serate estive e di qualche sagra autunnale
Va bene che le intelligenze fresche e colte sono altrove, o perché emigrate o perché impegnate negli studi universitari, ma come trascorrono il tempo libero i giovani di Trecchina? Come l’ho trascorso io per anni; e cioè nella meravigliosa piazza,  nei comuni ritrovi da muretto, e nelle note Sale Giochi… Bei ricordi senza dubbio e nulla in contrario…

Ma, la Letteratura che fine ha fatto? Quando queste intelligenze vivaci avranno l’opportunità di scoprire il piacere della lettura? E soprattutto, come ci si adopera per promuovere e facilitare la ricerca e l’approfondimento dei temi didattici?

Qui il silenzio di risposta è ancora ben lontano dall’umile atteggiamento socratico, e richiamato con tanta originalità da Nicola Cusano nel celebre libro “La dotta ignoranza” del 1440.
Negli anni scorsi a Trecchina era stata finalmente istituita la Biblioteca Comunale, e io stessa nei ritorni da Napoli, dove vivevo per motivi di studio, la frequentavo per accedere a testi dai temi più vari sulla storia della Lucania, peccato che si trattasse di un’ubicazione  da seminterrato abitato da muffe e non attraversato dalla luce… Ovviamente poco frequentato.
Le inaugurazioni e i nuovi consigli di Biblioteca si sono per più volte ripetuti in questi ultimi anni, ma puntualmente le iniziative culturali fallivano e i pochi libri nei larghi scaffali ritornavano al chiuso delle muffe. Non entrerò nelle questioni politiche e nel poco interesse che a mio avviso hanno determinato e determinano tale carenza, non lo faccio perché finirei per cadere nella polemica tralasciando ancora di fare cultura… E’ indispensabile chiedersi che messaggio diamo ai nostri giovani? Per anni ho pensato che la Cultura fosse un fatto esclusivo di poche famiglie benestanti, e purtroppo le timidezze ce le portiamo in contesti più ampi ed aggressivi. C’è voluto molto tempo prima che io capissi che la Cultura non ha colori politici ma è alla radice stessa del vivere.

Da qualche mese si parla di una Nuova Biblioteca che dovrebbe essere collocata sempre nello stesso edificio ma nel piano sovrastante dove verrà trasferita anche la nuova Sala Consiliare. Per il momento però nulla di nuovo o di effettivo…

Peccato che le esperienze del gusto e della passione per il libro si rimandino così tanto, io le ho scoperte solo negli anni dell’Università, per questo credo valga la pena ricordare una nota frase di Emily Dickinson: “nessun vascello c’è che come un libro possa portarci in contrade lontane…” Chissà che da tale sensuale lettura non possa nascere una lieve curiosità nei più giovani…
Sono ben lontani i tempi in cui in America nel diciannovesimo secolo veniva istituito il movimento per la diffusione di Biblioteche, e sono però ancora ben lontani anche i tempi in cui tutti i testi saranno disponibili in versione on-line; ma in qualche nostra vacante “contrade” del Sud c’è ancora così poca consapevolezza ed apertura verso queste forme di socializzazione che stanno alla base del vivere civile…

Dovremmo imparare da Popper e da Gramsci. Il primo diceva: “…Credo che varrebbe comunque la pena cercare di imparare qualche cosa del mondo anche se con questo tentativo dovessimo imparare semplicemente che non sappiamo molto.”
Il secondo diceva: “Chi possiede la cultura non è uomo di nessuno ma è uomo libero…”

Ed io aggiungo, che forse proprio quest’ultima è la motivazione che oggi continua a spaventare la grande legge dei mercati, e i nostri governi che devono far fronte all’esplosione del caos e al pericolo moderno dell’anarchia, ma non c’è strada che possa considerarsi sana se si diventa ingrati verso chi ha lasciato all’uomo i valori della conoscenza e tutto quanto di grande è stato fatto nel difficile cammino umano. Come saremmo oggi se non fossero vissuti uomini come Copernico, Galileo, Darwin ecc..?… Come saremmo se non vivessero in futuro uomini altrettanto grandi?