“Naturalmente Lucano !”. La Regione Basilicata dovrà sempre più di caratterizzarsi, come una regione attenta alla salvaguardia delle risorse ambientali, i Parchi e le aree protette (istituite e quelle di prossima istituzione) possono essere testimonianza che a vario titolo mirano alla conservazione dell’enorme patrimonio naturalistico regionale oltre ad una normativa che disciplini le varie attività e ponga precisi limiti allo sfruttamento del territorio. Fra queste è da ascrivere senz’altro la Legge Regionale n. 14/99 che ripropone, la regolamentazione e l’ incentivazione dell’agricoltura biologica, in modo da offrire agli imprenditori agricoli una concreta possibilità per valorizzare e far conoscere le produzioni lucane sul mercato nazionale ed anche estero.
In virtù di questa legge si sono potute realizzare infatti, iniziative divulgative e promozionali che hanno consentito di costruire le premesse per una richiesta sempre crescente di prodotti biologici lucani, presentati lo scorso mese di settembre al “SANA” di Bologna dove è stato riscontrato un favorevole riscontro, così come ha registrato enorme successo, grazie al Dirigente Giuseppe D’Agrosa e all’Assessore Donato Salvatore del Dipartimento Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione Basilicata, che hanno ritenuto opportuno la riedizione dell’esposizione dei prodotti agroalimentari della Basilicata alla fiera di Tito dal 3 al 6 ottobre denominata “Naturalmente Lucano”. Nonostante sia una manifestazione solo alla seconda edizione sta diventando un appuntamento di rilievo, per produttori, consumatori, associazioni, enti pubblici e privati del settore che ha visto migliaia di visitatori negli attesi quattro giorni.
Il WWF di Basilicata, presente all’iniziativa con un proprio stand, si auspica che questo genere di manifestazioni non siano momenti isolati ma abbiano un seguito con appuntamenti periodici territoriali (incentivando le aree del lagonegrese, melfese, potentino, metapontino, materano) e settoriali (su cereali, uve, vini, olive, olii, formaggi, ortaggi, legumi, miele, ecc.), dove poter mettere in vetrina i prodotti genuini e soprattutto far incontrare gli operatori.
In quanto in questo settore, la carenza di strutture affermate che commercializzino i prodotti biologici e tipici rende necessario un rapporto diretto e continuo tra i consumatori e produttori.
In Basilicata il modo di produrre biologico è ormai una realtà in forte crescita e si può prefigurare come un autonomo segmento della produzione regionale e nazionale, basti pensare che quest’anno le aziende convertite ad agricoltura biologica sono più che raddoppiate con una superficie utilizzata di circa 30 mila ettari regolarmente certificate, un numero destinato a salire se consideriamo le aziende che hanno presentato la richiesta di iscrizione nell’apposito albo regionale.
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Inoltre, proprio grazie alla presenza dei Parchi l’agricoltore deve poter convertire le proprie produzioni nel biologico, trovare suggerimenti tecnici, consigli per la difesa biologica dei parassiti, commercializzazione dei prodotti, elemento quest’ultimo che rappresenta il principale ostacolo per una più rapida diffusione dei prodotti agricoli biologici.
Da tempo, affianco degli agricoltori biologici con cui condivide l’impegno a lavorare per una agricoltura “pulita” e amica dell’ambiente, il WWF mette a disposizione le proprie risorse sia per favorire l’introduzione dell’agricoltura biologica nei Parchi e nelle aree protette regionali, sia per promuovere la divulgazione e promozione dei prodotti nella convinzione che il nostro destino dipenda sempre più dalla possibilità di creare nuove alleanze tra attività economiche e tutela della natura.
Tale specificità può derivare dal fatto di provenire da zone sottoposte a particolari norme di conservazione, non investite da inquinamento e degrado ambientale, con buona qualità di suolo e acque.
Progetti per la produzione di prodotti agro-alimentari tipici potranno essere realizzati a cominciare proprio dai Parchi ed estesi anche al di fuori di essi.
In proposito il WWF di Basilicata ha proposto che nella legge regionale in materia di aree protette si affidi alle aziende biologiche incluse nei territori dei Parchi regionali l’utilizzo dell’emblema del Parco. In tal modo vengono riconosciute le attività produttive tradizionali legate alle finalità di conservazione della biodiversità.
L’azione dello Stato prevede inoltre l’incentivazione dell’agricoltura biologica nei Parchi nell’ambito di accordi tra Ministeri competenti e Regioni con l’istituzione del marchio PAN (Prodotti Agro-alimentari Naturali) che ne garantirà la tipicità e l’origine.
Un modo questo per favorire lo sviluppo economico dei territori protetti.
Non più quindi un’agricoltura biologica sviluppatasi come una moda o su spinte emotive originate da paure alimentari, o su slogan promozionali, ma un’agricoltura biologica che si inserisce quale elemento della politica di qualità, che conserva la propria specificità considerato che la sua principale funzione è la salvaguardia dell’ambiente.
(Dr.ssa Angela RISUCCI – Presidente WWF Basilicata)