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In Val Camastra, no al depuratore!

Val Camastra: I sindaci non vogliono il depuratore? Dov’è il problema?!

Calvello, 13.9.2002. Leggendo le notizie di questi giorni sulla realizzazione del depuratore in Val Camastra  e, soprattutto, i commenti dei sindaci e di alcuni esponenti politici, non posso fare a meno di fare alcune considerazioni sulla stranezza di certi atteggiamenti (non so se dettati da furbizia, da “sindrome da coda di paglia” o dalla paura di passare per “antiambientalisti”).
Chi scrive è stato sino a qualche giorno fa consigliere della Comunità Montana Camastra – Alto Sauro. Pur non legato a nessuno dei partiti (tutti rigorosamente di centro sinistra) che compongono il consiglio comunitario, nel mese di marzo di quest’anno chiesi ed ottenni dal Presidente Cutro una riunione del consiglio per discutere della questione del depuratore consortile, a mio giudizio assolutamente inutile per l’intera area del Camastra (sarebbe servito solo a tre dei comuni che fanno parte dell’Ente Montano) e finalizzato unicamente a pagare parcelle di non trascurabile importo a tecnici-rappresentanti di partiti o vicini ai partiti (sempre di centro sinistra).

Purtroppo la mia proposta di fermare il procedimento o, quanto meno, di sospenderlo al fine di acquisire ulteriori elementi di valutazione sulla validità dell’opera e sul suo impatto ambientale, è rimasta isolata.

Naturalmente ho rispetto per i colleghi che non hanno condiviso le mie preoccupazioni e le mie proposte, ma sentire oggi i sindaci, di cui quegli assessori e consiglieri comunitari (che avrebbero potuto fermare il progetto) sono diretta espressione, esprimere perplessità (sindaco di Abriola), disaccordo (sindaco di Laurenzana) e riserve (sindaco di Anzi), mi provoca una certa fastidiosa irritazione, come sempre mi accade quando il tasso di ipocrisia supera i limiti fissati da quel minimo di decoro che dovremmo sempre riservare alla verità.
Ovvia, banale considerazione: ma se tutti i sindaci (ad eccezione di quello di Calvello) non vogliono il depuratore, non c’è problema: basta che i loro rappresentanti in seno al consiglio comunitario esprimano questa posizione.
Per intanto, i sindaci, anziché dire ai giornali di essere contrari o perplessi, dovrebbero ricordarsi che i comuni si esprimono attraverso gli atti deliberativi e nessuna delibera del comune di Anzi, di Abriola e di Laurenzana ha mai revocato quelle con le quali gli stessi comuni che oggi cadono dalle nuvole hanno dato l’assenso di massima alla realizzazione del depuratore.

A chi fosse interessato, consiglio la lettura della delibera di giunta n. 273 del 30.12.1997 di Laurenzana, la deliberazione n. 7 del 10.1.1998 del Consiglio Comunale di Anzi, delibera del Commissario Prefettizio di Abriola del 14.11.1997.
E, per favore, che nessuno dica: “all’epoca non ero io il sindaco”!

Dalla vicenda del depuratore in Val Camastra, viene fuori un quadro desolante di come la classe politica dirigente è ancora ferma ai vecchi sistemi del finanziamento dei partiti e degli uomini di partito, attraverso quel denaro pubblico che andrebbe impiegato secondo le reali necessità del territorio.
Ma viene anche fuori l’ambiguità, in Val Camastra come nel Palazzo della Regione, di chi pretende di governare e, nello stesso tempo, di cavalcare battaglie (come quella ambientalista) di opposizione. Stiamo ancora aspettando, sul fronte ambientale e, più segnatamente, su quello delle estrazioni petrolifere, che si avvertano le positive ripercussioni del sostegno dei Verdi alla giunta regionale e, soprattutto, del recente ingresso a pieno titolo del rappresentante di Rifondazione Comunista.
Se veramente i sindaci della Val Camastra non vogliono il depuratore, che deliberino in tal senso e diano mandato ai loro rappresentanti in seno alla Comunità Montana di fermare il procedimento.
Dimostreranno con i fatti e non solo a parole di avere il coraggio, nell’interesse delle comunità da loro amministrate, di andare anche contro gli interessi dei loro amici di partito.