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Una vendetta consumata…in body!

Strani davvero i cicli della vita. Possiamo, se volete, parlare di corsi e ricorsi storici ma, quando entra in circolo lo sport, quando l’agone internazionale scende in campo, l’andirivieni della storia diventa leggenda e, a volte, in pochi minuti ridisegna un percorso che, almeno nelle apparenze, avrebbe dovuto condurre in tutt’altra direzione.

In questo caso, il treno della storia ha attraversato, o meglio, è tornato ad attraversare due continenti, ed ha fatto combaciare, per la seconda volta in quattro mesi, le sorti sportive di due Paesi distanti per cultura e mentalità almeno quanto lo sono, in migliaia di kilometri, sul globo terrestre.
Italia e Corea del Sud: binomio nefasto per i calciofili del Bel paese, almeno se associato a una nottata di giugno, all’arbitro Moreno e a quegli spalti infuocati di maglie rosse a trascinare i beniamini di casa, gli infaticabili coreani e il giustiziere Ahn.
Oggi, però, lo scenario è cambiato: siamo in Germania e il pallone, invece di prenderlo a calci, lo giochiamo con le mani, dato che si tratta di pallavolo; magari, lo facciamo anche con più grazia rispetto ai Vieri e ai Di Livio di turno, dato che si tratta di pallavolo femminile e di una rassegna mondiale nel corso della quale le nazionali di Italia e Sud Corea sono giunte, ancora loro, ai quarti di finale!
Già le colonne di Lucanianet, all’inizio dell’estate, avevano ospitato le dolorose righe di “addio” alla nazionale del Trap: un addio amaro come un caffè sud-americano non zuccherato, servitoci appena agli ottavi di quel mondiale di football da un arbitro sud-americano (poco zuccherato anch’egli) e da quel timore del troppo osare che spesso accompagna le squadre del “Giuàn”.

Adesso, queste stesse colonne ci devono raccontare di una allegra brigata di belle ragazze che, vestite di un body azzurro e caricate di una grinta che non ti aspetteresti di trovare sotto quei volti dalla dolcezza straordinaria, hanno annichilito lo stesso avversario con cui l’Italia sportiva dovette confrontarsi quattro mesi fa. Sconfitte par 3 set a 0 le ragazzone della Corea del Sud, sotto una martellante cascata di schiacciate, muri e servizi vincenti.

Io, ad essere sincero, le nostre pallavoliste le avevo conosciute più per merito di ambitissimi calendari che sul parquet del campo da volley, trascurato del resto dalle televisioni come, in Italia, capita a tutto ciò che non sia calcio. Così, l’11 settembre 2002, mentre il mondo si fermava a ricordare tragedie di portata planetare, queste signorine tricolori hanno tenuto a ritagliarsi la loro piccola fetta di storia, vendicando, probabilmente senza neanche volerlo, un affronto calcistico subìto in mondovisione e regalandoci il sogno di un mondiale in rosa.
Mentre la parte bassa del tabellone vede in scena un suggestivo U.S.A. – Russia (che, in tempi non troppo remoti, avrebbe infervorato le menti più sensibili, ma oggi passa quasi in sordina), stasera le stesse eroiche pallavoliste italiane giocheranno la semifinale contro le cinesi, probabilmente più quotate delle nostre; lo erano anche le coreane e lo erano anche i nostri calciatori rispetto ad Ahn e compagni… il pallone, che lo si prenda a calci o lo si giochi con le dita, è e resterà sempre rotondo!
Grazie ragazze e in bocca al lupo!