IL WWF DICE NO AI NUOVI POZZI PETROLIFERI DELL’ENI NEI BOSCHI TUTELATI DALL’UNIONE EUROPEA.
 
Il WWF segnala che è in fase di realizzazione la messa in produzione del giacimento ‘Cerro Falcone’ nella concessione Volturino (Basilicata). La Regione Basilicata ha infatti autorizzato con Determinazione Dirigenziale n.645 del 28 maggio scorso la messa in produzione del giacimento petrolifero che prevede tra l’altro l’emissione di notevoli quantitativi di gas serra in atmosfera.

L’intervento riguarda il pozzo ‘Cerro Falcone 2’ incluso nel Sito di Importanza Comunitaria omonimo esteso su 1.633 ettari  con i pozzi Cerro Falcone 1 e 3 limitrofi nei territori comunali di Calvello ed Abriola. Prevede inoltre la  realizzazione di condotte per il trasporto del petrolio al centro LPT di Calvello (centro di separazione-raffineria), la realizzazione di condotte di acque di perforazione, trasporto di greggio, realizzazione di impianti tecnologici (comprese le centraline di monitoraggio dei gas serra) con altri interventi strutturali di grande impatto, il tutto in aree a forte valenza ambientale del Parco Nazionale Val d’Agri Lagonegrese che sono oggi minacciate di distruzione come i numerosi incidenti dimostrano.

La Regione Basilicata decide  così di dare il proprio contributo all’aumento dei gas serra responsabili delle variazioni climatiche e delle piogge acide tenendo fermo l’iter di perimetrazione del parco nazionale Val d’Agri Lagonegrese, volutamente bloccato presso il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata.

“L’intervento di messa in produzione del giacimento Cerro Falcone- è scritto nella Determinazione Dirigenziale –  non crea disfunzioni nell’uso e nell’organizzazione del territorio (si utilizzano opere già realizzate) né gli obiettivi del progetto sono in conflitto con gli utilizzi futuri del territorio…la prova di produzione avviene fuori dal perimetro dell’istituendo parco della Val d’Agri e del sito di importanza comunitario SIC Serra di Calvello, ma in aree limitrofe” .

Tali affermazioni contenute nella Determinazione Dirigenziale, manifestano la volontà di prefigurare una situazione di minaccia reale e concreta per aree che costituiscono il cuore tuttora incontaminato del parco nazionale istituito con L.426/98 che la Regione vorrebbe escludere da esso.

La medesima Determinazione Dirigenziale esclude dalla procedura VIA la ” messa in produzione del giacimento Cerro Falcone”, adottando, a giudizio del WWF, una procedura errata distorcendo gli obblighi previsti dalle leggi.

Tale situazione prefigura un rischio concreto dal momento che in occasione della rottura della testa  del pozzo Monte Alpi 1 verificatosi nel mese di maggio 2002, si è nebulizzato petrolio in pressione  sui boschi circostanti su un’estensione di diverse decine di ettari con ricadute inquinanti e piogge acide nell’area del giacimento dovuto ai gas combusti che stanno creando situazioni di stress vegetazionale gravissimo. Sono in fase di abbattimento, secondo una relazione predisposta dal CFS, migliaia di alberi, essendo impraticabile l’uso di solventi chimici per la ripulitura delle foglie data la vicinanza di corpi idrici e la diga del Pertusillo .

Il WWF ha chiesto l’intervento urgente del Ministro dell’Ambiente e Territorio e degli Uffici del S.C.N. al fine di bloccare questa ennesima minaccia al territorio del parco della Val d’Agri e del Lagonegrese con l’applicazione della normativa di salvaguardia prescritta nelle Aree SIC e ZPS dall’Unione Europea presso la quale preannuncia un proprio ricorso.

(Dr. Angela Risucci Presidente WWF Basilicata)
                                                      

 

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