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Trecchina: l’altro che accogliamo

Si è tenuto sabato 22 giugno presso la sala conferenze delle scuole medie di Trecchina, un incontro sul tema della solidarietà, con numerosi ospiti quali il Dott. Carlucci volontario della Croce Rossa e sindaco di S. Chirico Raparo, la dott. Maria Teresa Cozzi Presidente dell’Associazione DOMUS che gestisce il Centro di prima accoglienza per rifugiati politici di Trecchina.

Molto forte e commovente l’intervento del sindaco Carlucci, che ha raccontato la sua esperienza  professionale di medico volontario fuori dall’Italia, in Eritrea per 3 mesi con la Croce Rossa Italiana, che ha sul posto fissi due medici e due infermieri, che curano, con i farmaci mandati dalla CARITAS, patologie trattabili a livello ambulatoriale, affrontate con coraggio dai volontari negli istituti delle suore. La situazione tragica, vista e vissuta dall’esperianza di Carlucci, ha creato i presupposti per un prolungamento di tale opera di volontariato: l’accoglienza da parte dei cittadini di San Chirico di persone che nei loro paesi non hanno la possibilità di curare patologie che qui da noi sono curabili.

Dopo un iniziale perplessità dei cittadini di S.Chirico, per il timore di patologie ben più gravi, timori non nuovi alla stessa comunità trecchinese, una volta rassicurati sull’assoluta mancanza di rischi, la cittadinanza si è stretta intorno al bisogno di bambini e ammalati di varia provenienza con spontanea solidarietà. Le finalità: creare fra la regione Basilicata e il Ministero della salute di Eritrea un’intesa per codificare questo lavoro lento e laborioso, e non renderla esperienza sporadica.

All’intervento del sindaco Dott. Carlucci è poi seguito quello della Dott. Cozzi, Presidente dell’ass. Domus, che ha parlato delle modalità operative del Centro accoglienza di Trecchina, ha stimolato alla riflessione con alcune considerazioni sulla solidarietà del piccolo centro, e commossa ha concluso con una frase carpita da uno scritto, pregna di speranza sul futuro tutto da costruire con mani, anime e teste di umani:”agli anni si mostreranno nuovi orizzonti, e vi si apriranno nuove saggezze“. Piene di buoni propositi e di grande effluvio umano, le parole della Presidente sono state rivolte anche al riconoscimento per il difficile operato delle volontarie del centro, che da mesi persistono in quest’impegno in condizioni sempre più difficili e ristrette dal punto di vista economico.

Il nostro grazie di cittadini trecchinesi e del mondo è rivolto a loro, alla dott.  Michela Limongi, alla dott. Anna Papaleo e all’animatrice e teologa Carmelina Sangiovanni, e a tutti coloro che hanno profuso energie in quest’opera, e che ogni giorno ci offrono la possibilità di confrontarci e crescere con l’altro: l’altro portatore di cultura, di storia, di ricchezza per la nostra ristretta esperienza di lucani.

Imbarazzato e commosso, un giovane del Centro, Asan ha ringraziato a nome di tutti per l’accoglienza e soprattutto gli operatori  che li hanno accolti con affetto. Il dibattito che è seguito è stato pieno di contraddizioni e perplessità sulla vera accettazione del Centro d’accoglienza da parte dei cittadini trecchinesi confrontandola con quella dei cittadini di San Chirico, data la scarsissima partecipazione all’interessante iniziativa. Ovviamente si è concluso riconoscendo alla solidarietà la sua indispensabile origine spontanea, da distinguere dalla tolleranza già limitativa ed escludente di suo. Il Presidente della Comunità Montana, Domenico Carlomagno, ha concluso dicendo che bisogna cercare le sintonie giuste per stimolare la sensibilità.  Ognuno di noi è una risorsa, ognuno di noi è responsabile e portatore di questo messaggio di vita…