Intervento del Sindaco di Potenza, Prof. Gaetano Fierro

Dopo i soldi del terremoto i POR (Piano Operativo Regionale) rappresentano una bombola di ossigeno per la Città di Potenza destinata a fare un salto di qualità. Ma quali sono i processi attivati dal Comune di Potenza per la modernizzazione della Città, per realizzare un “sistema d’area” più competitivo e attrattivo di investimenti privati?

La città ha vissuto gli ultimi anni in una situazione per così dire “sospesa”, perché, sebbene in presenza di consistenti possibilità di finanziamenti pubblici, specie regionali, nonché del formarsi, nel Paese, di nuova vitalità per imprenditori ed investitori privati, la condizione generale del sistema locale è rimasta pressoché immobile.
Senza assolutamente voler ricercare colpe e limiti altrui, questo è potuto accadere anzitutto perché il meccanismo dei trasferimenti statali è stato indifferente alle effettive necessità di Potenza, che è stata perciò trattata al pari di un qualsiasi altro Comune di pari dimensione demografica.
Si consideri solo che negli ultimi tre-quattro anni il contributo ministeriale per gli investimenti dell’Ente è ammontato mediamente a 40 milioni all’anno, rispetto ai 120-130 milioni degli anni precedenti.
Ciò concretamente significa che con il contributo attuale il Comune può coprire l’ammortamento di mutui per opere pubbliche di valore pari a circa 350-400 milioni all’anno. Si può subito valutare quanto questi valori siano distanti dal fabbisogno di intervento per infrastrutturazione di una città come la nostra, che a partire da una condizione storicamente consolidatasi voglia riposizionarsi, per diventare più competitiva nel sistema.
Pure la Regione, in questi anni, ha trattato le necessità di Potenza secondo parametri di assoluta ordinarietà, ritenendo che i diritti di accesso del capoluogo ai finanziamenti disponibili, specie quelli di derivazione europea derivassero, grosso modo, dal suo peso demografico relativo.
La mancata comprensione della necessità che il Comune capoluogo rafforzasse in questi anni il suo ruolo nell’area vasta, fino ad assumerne uno mirato ad accrescere le complessive condizioni di riconoscibilità e competitività agli occhi anche degli investitori privati, ha soffocato le possibilità di progresso reale del sistema “Potenza”.
Del pari, l’iniziativa dei privati è stata molto contratta, all’opposto che in altri contesti territoriali del Paese (basti pensare ad alcune realtà assimilabili nel Triveneto).
In questa critica nessuno può ritenersi sollevato da responsabilità: la mancata modernizzazione della città e la non ottenuta proiezione nei nuovi circuiti dello sviluppo economico vanno ricordate soltanto per comprendere la necessità di una immediata e profonda inversione di tendenza.
In questa analisi non dobbiamo trascurare tutte le positive potenzialità del sistema locale.

È alle generali considerazioni appena esposte che si aggancia la programmazione di medio e lungo periodo definita dall’Amministrazione Comunale. Energici e mirati sono gli strumenti d’azione posti in essere  nei due anni.
Il PRUSST (che prevede un potenziale di investimenti privati e pubblici nell’area di riferimento pari, rispettivamente, a circa 1000 e 500 miliardi);  il P.O.R. (che assume investimenti certi nei prossimi 3-4 anni pari a lire 100 miliardi) e il piano triennale di opere pubbliche, che ha valori di spesa pari a circa £. 70 miliardi, sono la traduzione delle scelte fatte, ai fini della ridefinizione di un ruolo della città fondato sulla sua modernizzazione e sull’aggancio dei circuiti di sviluppo economico.
Abbiamo individuato nella università di Basilicata il baricentro scientifico del disegno di programmazione e sviluppo del sistema.
Siamo, inoltre,  riusciti a far condividere il nostro disegno alla Regione e alla Provincia, le quali si sono riconosciute in posizione coerente con le loro scelte programmatiche.
Si è posta a base delle relazioni la logica dei “programmi complessi”, per una visione organica della spesa di investimento, contrapposta a quella, imperante nel passato, condizionata dagli interventi a pioggia o con il risultato di aver realizzato “cattedrali nel deserto”.
Una adeguata  e nuova strumentazione urbanistica supporterà la azione complessivamente in dispiegamento.
Si tratta di un mix di interventi che hanno l’ambizione di spostare positivamente in avanti la nostra città, per accreditarla meglio anzitutto alla comunità regionale.

E’ necessario ora far comprendere meglio alle categorie produttive, agli imprenditori,  che è possibile e profittevole investire di più in intraprese economiche vecchie e nuove.
Il Comune ce l’ha messa tutta: ha, per esempio, definito con la Regione che nel campo della formazione professionale un numero apprezzabile di laureati debbano specializzarsi nelle tecniche di “riqualificazione edilizia urbana” nonché nei settori della new economy.
Ora, devono fare ora la loro parte i soggetti imprenditoriali, per sviluppare e realizzare progetti e piani di intrapresa economica, attraverso anche forme di partenariato con imprenditori già fortemente posizionati in zone più forti del Paese. In questo ambito l’imprenditoria locale deve sapersi riattrezzare, anche per concorrere efficientemente nelle procedure di affidamento di opere e lavori previsti nei piani di investimento.
Nel processo avviato, un ruolo fondamentale di supporto e vigilanza dovrà essere esercitato dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori.

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