Abbiamo conosciuto Michele Somma prima come pittore ed artista grazie ad i suoi dipinti ed alle sue istallazioni caratterizzate da una “originalità originale” e non mutuata dagli scarti di cultura di cui amano cibarsi molti altri suoi colleghi spesso ben più noti. Non ha mai avuto complessi di inferiorità, Michele Somma ed ha sempre preferito dedicarsi con passione e tranquillità alla sua crescita artistica senza curarsi di un contesto sempre molto ignorante e spesso apertamente ostile.
La sua raccolta di versi nasce, quindi, da questo solco, da una precisa intenzione di esserci pur infischiandosene bellamente dei riconoscimenti e della considerazione facile di frotte di sicofanti.
Abbiamo incontrato per voi l’autore potentino che ci ha parlato diffusamente del suo libro (Bestiario di passioni quotidiane) e dei suoi progetti futuri.
“La mia passione per la scrittura è vecchia quanto quella per l’arte. Scrivo da quando avevo quindici o sedici anni. Ed ho numerose cose magari pronte per la pubblicazione ma che ho preferito tenere per me, rileggendole di tanto in tanto in forma privata o facendole circolare, al massimo, in una ristretta cerchia di amici.”
Quale è stata la genesi di questo volume poesie?
“Questo libro nasce in un contesto particolare, che è a mio giudizio lo specchio del fluire della modernità. Nelle stanze di alcune chat, parlando con amici nel processo di creazione di una community virtuale sono nati discorse e stimoli molto interessanti. Ho iniziato a salvare le cose che venivano fuori e a campionare quelle che mi sembravano più interessanti. In breve tempo ho avuto una mole enorme di materiale da attingere. Questo testo nasce in quindici giorni.”
Il titolo è ironico ed intrigante. Come è venuto fuori?
“Sono sempre stato affascinato dal concetto di bestiario. Questi libri medievali con le descrizioni ed i disegni di animali veri e fantastici. È un po’ un catalogo di stimoli strani processati in un’ottica quotidiana e reale.”
Quindi Michele ci parla delle sue aspettative legate a questo libro. “Ci sarà la presentazione ufficiale alla Feltrinelli di Milano (città nella quale si è trasferito, ndr) e sarà legata al concetto di performance. La fruizione di questo libro è legata strettamente a questa logica dell’evento e non tanto a quella della lettura intesa in senso classico. Quella non mi interessa più di tanto.”
E cosa ti interessa?
“Fare danni” risponde deciso “Io con questo libro e con tutto quello che faccio voglio fare danni. Lavorare e dare il mio contributo per creare nuovi spazi e nuove prospettive. A Milano presto ci saranno iniziative nelle quali conto di coinvolgere anche altri artisti. Fondamentalmente voglio esserci e fare qualcosa per portare alla luce nuovi stimoli. In modo tale da far capire alla gente che c’è dell’altro. Che, ad esempio, ci sono persone straordinarie come Helena Velena che operano con passione cercando di portare avanti discorsi molti innovativi e di svecchiare un cotesto culturale sclerotizzato.”
La cosa non è facile, ma Michele è abbastanza ottimista. “Questo libro lo ho pubblicato quasi per gioco. Era nato come un esperimento da far circolare tra pochi amici. Ma poi la cosa si ingigantita ed ha cominciato a coinvolgere altre persone interessate. Il tutto in un’ottica nuova, con processi nuovi. La curatrice del libro, ad esempio, l’ho conosciuta prima in chat e poi di persona.”
Il libro, del quale Michele ci ha gentilmente fatto omaggio, riflette pienamente le intenzioni e le urgenze comunicative del suo autore.
La parola è spiazzante, a tratti sarcastica, nuova.
I versi spezzati e franti, ma non per questo privi di una loro recondita e misteriosa musicalità (industriale?), si inseguono ora rapidi e rabbiosi ora lenti e cadenzati nel tentativo di imprigionare e riflettere in strutture nuove e sorprendenti una cultura che è, come dice lo stesso Somma, ormai post post – moderna.
Tuttavia, l’afflato e la sostanza sono puramente ed intelligentemente autobiografici: è il mondo filtrato attraverso gli occhi dell’autore. Esperienze, sentimenti, rabbie e frustrazioni di un animo che, a legger bene tra le righe, si mette sorprendentemente a nudo, rivelando una (auto) ironia fresca ed inaspettata.
Un libro che nasce sorprendentemente maturo e che nel suo divenire non può che affascinare. Sembra un punto di arrivo ed è un piacere ricordare che è solo un inizio.