L’atteso appuntamento ha riunito importanti personalità, in rappresentanza di Enti istituzionali e non, alla presenza di un uditorio interessato dalle tematiche affrontate nell’aula magna dell’Univesità degli Studi della Basilicata, al rione Francioso di Potenza.

Il primo ad intervenire è stato il Segretario Nazionale dell’U.C.I.D., dott. Accorinti, il quale ha messo in luce come i valori dell’uomo rappresentino l’obiettivo da prefiggersi nel concretizzare qualsiasi iniziativa a sfondo economico-sociale; ha aggiunto che gli imprenditori hanno la responsabilità dello sviluppo, ma non devono mettere in atto un capitalismo compassionevole.

Il Presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico, era assente per impegni di natura politica (ormai la campagna elettorale sta volgendo al termine e bisogna affrettarsi a sparare le ultime cartucce!); anziché farsi sostituire da qualcuno che lo rappresentasse, ha preferito optare per un supporto di tipo cartaceo, su cui aveva trascritto il succo del suo intervento: attuare un processo di crocevia.

Il turno di parola è poi passato all’ing. Ciuffi, Presidente dell’U.C.I.D. Basilicata, il quale, ispirandosi al concetto di tessere reti di reciprocità per costruire “Le Valli del Sapere”, ha tracciato le linee guide del progetto-pilota; nato un anno fa come idea ancora in gestazione, per rispondere alla situazione di difficoltà creata dall’alto tasso di disoccupazione e di disagio per la fuga dei cervelli, ha trovato concretizzazione nell’obiettivo di riunire i giovani per creare officine della conoscenza e porre un freno al loro sradicamento dai luoghi di origine. Occorre metterli in contatto con realtà imprenditoriali di produzione immateriale, in un’ottica di innovazione e rivoluzione: non è più possibile che la scienza studi, l’industria produca, l’uomo si adegui. Oggi si investe sull’uomo, dando vita a reti di reciprocità in maniera bidirezionale, aspirando ad una società giusta e vivibile.

Proseguendo la conversazione in videoconferenza, da Dublino si è collegato l’ing. Paolo Dini, direttore di ricerca di Media Lab, il quale ha suggerito come vivere il futuro attraverso la rivoluzione digitale; anche in virtù della sua personale esperienza professionale, ha consigliato di indirizzarsi verso una distribuzione della ricerca, collegandosi ad iniziative europee comunitarie: per ottenere successo è necessario seguire i propri sogni e le proprie aspirazioni, ma senza perdere il contatto con un contesto realizzabile. Il governo irlandese ha investito molto per finanziare, promuovere ed incentivare le iniziative dei ricercatori universitari.

L’esponente ecclesiastico d’eccezione, Mons. Superbo, ha affermato che la Chiesa interviene indirettamente, perché opera nella dimensione educativa; bisogna acquisire qualità sociali per assumersi responsabilità, promuovere crescite e nuova cultura. La scuola non va lasciata subire come costrizione, la Basilicata andrebbe dipinta come terra attraente e bisognerebbe saper educare al lavoro; le nuove tecnologie accrescono la comunicazione, ma a volte ostacola l’autenticità dei rapporti personali.

L’intervento successivo è stato appannaggio del prof. Lelj Garolla di Bard, Rettore dell’Università di Basilicata, il quale ha impostato un discorso sul perno dell’autonomia intellettuale, cui ciascuno dovrebbe aspirare, imparando a dubitare e a non accettare subito per vero quanto viene raccontato; ha rivolto l’invito ad imparare come utilizzare le informazioni, a condividere conoscenze e a considerare le nuove tecnologie un accesso al sapere. Il vero investimento è l’istruzione, purché non intesa come tendenza a far diventare manodopera intellettuale chi ne entra in possesso.
Noi di Lucanianet gli abbiamo rivolto qualche domanda riguardante il ruolo che l’Ateneo si propone di svolgere in riferimento alla questione dibattuta; ha risposto evidenziando la funzione di raccordo tra conoscenza ed occupazione che l’Università dovrebbe esercitare, paragonabile anche agli effetti allenanti dell’attività in una palestra.

Il dott. Caotorta, Segretario Nazionale dell’I.B.A.N. (Italian Business Angels) ha illustrato gli strumenti alternativi nell’ambito del Credito e della Finanza per far produrre ricchezza al Capitale della Conoscenza. L’Italia, secondo alcune stime, sarebbe il Paese che intraprende di più, ma senza essere in grado di utilizzare al meglio gli strumenti d’impresa; il capitale sterile e la capacità imprenditoriale non dialogano, quindi ne consegue una mortalità, causata dalle mancanze a livello gestionale e di accesso a strumenti finanziari. L’I.B.A.N. svolge il ruolo di intermediario tra banche e imprenditori; la figura del business angel, dunque, conosce l’impresa, ne vuole agevolare l’espansione, senza rinunciare ad un proprio tornaconto e favorendo la creatività imprenditoriale.
Chiunque fosse interessato a reperire ulteriori notizie riguardo le iniziative di cui si occupa la suddetta categoria e prendere contatti, può indirizzarsi al sito www.iban.it.

Dulcis in fundo, il turno di parola è stato cavallerescamente concesso a Micol Fontana, una della famosa triade di sorelle stiliste; il suo contributo si è tradotto nel racconto della sua esperienza nel campo della moda, attraverso ricordi suggestivi e  ponendo l’accento sulla natura artigianale dell’attività messa su da lei e le sorelle, provenienti da una tradizione familiare sartoriale.
La narrazione delle tappe salienti nella loro scalata al successo ha ricordato molto la storia del sogno americano di molti avventurieri, che divenivano pionieristici scopritori di inesplorati ambiti oppure si cimentavano in quelli di loro competenza acquisendo fama inaspettata.
Le sorelle Fontana degli esordi sono state sponsorizzate dalla portiera del palazzo romano in cui risiedevano (trasferitesi da un paesino della provincia di Parma); il biglietto di presentazione fornito questa donna (che oggi meriterebbe l’appellativo di business angel o di addetta alle pubbliche relazioni) è diventato un lasciapassare per accedere agli ambienti aristocratici e, con la fine della Guerra, anche le dive americane del cinema si rivolgevano alle Fontana per fare rifornimenti e scorte di abiti eleganti.
Grazie all’opportunità di esportare in tutto il mondo le loro ricercate creazioni, le tre artigiane sono riuscite a creare una fondazione per mantenere viva la “storia” della moda e sono state anche le uniche a produrre un CD-rom (lei ha l’incarico di Presidente del Comitato Scientifico Borse di Studio “Fullbright-Fondazione Micol Fontana).
Alla domanda sottoposta da LucaniaNet, la Fontana si è dichiarata convinta sostenitrice della personalizzazione del prodotto, pur non rinnegando l’importanza delle nuove tecnologie come supporto che agevola i processi di produzione e diffusione.

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