E’ pervenuta informale notizia che il “Caffè Pretoria“, cioè il vecchio “bar PERGOLA“, è destinato a chiudere e a lasciare posto ad altra attività, presumibilmente nel campo dell’abbigliamento.
Se ciò fosse vero, le conseguenze sarebbero negative e deprecabili, ove pure si potesse, come si deve, considerare che la cessazione e la riapertura per altro tipo di attività commerciale avvengono legittimamente.
Viene datato attorno al 1850 la Taverna “Pergola”, e ove pure questa non fosse direttamente collegabile al successivo ma pure antico “bar Pergola”, varrebbe la data del 1888, quale più sicura data di nascita del bar.
Un antico caffè nel centro storico che “muoia” non crea danno di poco conto ad una città: esso è stato ed è luogo eletto, in ogni dove, per l’incontro di intellettuali, artisti, professionisti come di gente comune.
Certo non si tratta del caffè Greco di Roma o del bar Dante di Napoli, ma le questioni sottese sono di identico spessore.
Una città per farsi riconoscere e riconoscersi ha bisogno di “segni” e un antico caffè non è da meno di un monumento.
Tanti, a Potenza, sono tenacemente aggrappati alla difesa della vecchia identità della città, che nel centro storico ritrova uno dei suoi connotati sociali più autentici.
E’ dalla salvaguardia di questa identità che potrà germinare una modernizzazione intelligente della città stessa; la sua progressiva sparizione lascia vuoti di memoria e labili, quanto passeggeri, segni fisici di nuovo riferimento.
