VIGGIANOTremila litri di petrolio greggio sono stati scaricati, per errore, dalle condotte del Centro Oli di Viggiano in un bacino naturale per la raccolta delle acque piovane e, in parte, in una vasca del Consorzio di bonifica della Val d’Agri.

“I tecnici dell’Eni hanno già cominciato la bonifica delle aree toccate dal greggio. Il fatto è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì scorsi, ma soltanto nel primo pomeriggio di ieri si è intervenuti in maniera concreta ed efficace. Il versamento del greggio si è verificato quando un addetto alla manovra di alcune valvole ne ha azionata una che invece doveva rimanere chiusa. Sono stati gli stessi ingegneri del Centro oli ad avvertire i carabinieri della Compagnia di Viggiano, che hanno fatto un sopralluogo nella zona insieme ai militari del Nucleo Operativo Ecologico di Potenza.
Oggi un rapporto sarà inviato all’autorità giudiziaria. Da qualche giorno i residenti, che vivono nei dintorni del depuratore della zona di Viggiano e Grumento Nova non si davano pace per le esalazioni pungenti di petrolio, si pensava che il tutto era dovuto al solito Centro oli a pochi passi dal depuratore. Invece la scoperta che le esalazioni venivano dal laghetto di sedimentazione antistante l’impianto di depurazione dalla zona industriale.
Sulla superficie, sulle sponde e sul materiale vegetale dello stagno si sono depositate sostanze oleose maleodoranti, di colore nero.
Le esalazioni rendono pestilenziale l’area. Sul posto sono intervenuti prontamente, il Comandante della Compagnia dell’Arma dei Carabinieri di Viggiano, rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato. Alcuni camion e ruspe hanno iniziato a rimuovere la prima parte affiorante dei residui oleosi, oltre a provvedere all’allestimento di una stradina di soccorso che consente la prima accessibilità alle sponde del laghetto.
Nei prossimi giorni, oltre al lavoro di bonifica saranno avviate approfondite indagini per accertare i reali danni all’ambiente per la vicinanza di falde acquifere e del bacino del fiume Agri, dove sfociano e vengono canalizzate.”
(Articolo di Enzo Romeo dalla “Nuova Basilicata” di mercoledì 20 marzo 2002).

Questo è quello che è successo ieri in Val d’Agri, alle porte di Viggiano. Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di come la salvaguardia del territorio passi sempre in secondo piano. Tirando le somme, ci troviamo con un continuo sfruttamento delle nostre risorse, senza ritorno economico, nè posti di lavoro.

Noi di Lucanianet ci chiediamo:

1) – Come mai questo tecnico specializzato abbia aperto la valvola sbagliata, scaricando tremila litri di greggio nel laghetto antistante?
2) – Saranno riconosciute le responsabilità del tecnico in questione il cui errore è costerà tanto, in termini ambientali, al territorio della Val d’Agri?
3) – In quanto tempo saranno terminati i lavori di bonifica? Si potrà bonificare interamente la zona interessata?
4) – L’Eni risarcirà le famiglie interessate dall’incidente, che dovranno subire ancora per lungo tempo le esalazioni puteolenti, nonché le cause dell’assorbimento delle sostanze oleose da parte del terreno?
5) – Perchè la notizia è trapelata con due giorni di ritardo?

Crediamo che siano tutti interrogativi legittimi dopo quello che è successo nella notte tra domenica e lunedì scorsi.

Le forze politiche di opposizione si sono già mosse: Rifondazione Comunista e Forza Italia, infatti, hanno protestato violentemente contro l’Eni e la Regione Basilicata.

Per quanto ci riguarda ci sentiamo indignati dall’ennesima catastrofe ambientale causata dall’Eni e dai suoi pozzi petroliferi.

Invitiamo, perciò, la Regione Basilicata a darsi da fare per nominare al più presto una Commissione di sicurezza che sia garante dell’operato dell’Eni nella nostra regione e controlli, così, le attività estrattive come quelle di ricerche geo-fisiche sul territorio lucano.

È evidente che l’Eni stessa non può “auto-controllarsi” come è avvenuto fino ad ora. Urge, quindi, il bisogno di creare un’altra istituzione che tuteli il territorio lucano e le vite e la salute dei suoi abitanti. Quest’istituzione, naturalmente, non può essere gestita dall’Eni, ma deve essere autonoma ed indipendente, formata da autorevoli professionisti e tecnici al di sopra di ogni sospetto.

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