Il giacimento di petrolio in Val d’Agri è stato scoperto nel 1981 dopo una serie di indagini esplorative promosse da due compagnie petrolifere: l’Eni e l’Enterprise Oil Italiana; la produzione, invece, ha avuto inizio nel 1996; nel 2001 è passata da 9000 barili a 45.000 barili al giorno e si prevede che saranno prodotti 104.000 barili entro l’anno 2003.
Se si considera che in Italia il consumo di petrolio ammonta a 1.700.000 barili al giorno, la produzione della Val d’Agri, quando andrà a regime, coprirà il 6% del fabbisogno nazionale e perché ciò sia possibile dovranno essere realizzati complessivamente 42 pozzi.
Nella zona industriale di Viggiano è stato realizzato un Centro Olio, necessario per la raccolta ed il primo trattamento del petrolio. Si tratta di un impianto con imponenti sistemi di sicurezza, atti a prevenire disfunzioni o malfunzionamenti, ma dall’impatto visivo non molto piacevole, soprattutto per chi era abituato, affacciandosi alla finestra, a vedere prati verdi e qualche casetta isolata ed ora si trova di fronte ad un groviglio di tubi e a giganteschi serbatoi, per non parlare della “fiaccola” sempre accesa per bruciare i gas di scarico.
Anche l’odore non è gradevole a dire il vero!
Per i primi anni, “l’oro nero” è stato trasportato alla raffineria di Taranto su gomma, da qualche mese, invece, viene, in parte, immesso nell’oleodotto Viggiano-Taranto di recente realizzazione.
L’Eni ha stipulato con la Regione Basilicata un Protocollo di intesa, nel quale sono state previste, oltre alle royalties, ricadute di sostegno alle attività economiche, alle politiche ambientali e alla concessione di energia a basso costo per la crescita dell’economia locale, garanzie per l’ambiente e per i ritrovamenti archeologici, nella fase di ricerca e di realizzazione di opere per l’attività estrattiva.
Infatti, nelle zone di interesse archeologico si opera in collaborazione con la Soprintendenza della Basilicata per valutare, durante i lavori di scavo, gli eventuali indizi di ritrovamento.
È stato possibile esplorare ed assicurare la tutela di importanti siti archeologici, come necropoli greche ed indigene, databili tra il VI secolo a.C. e il IV secolo d.C, nonché la struttura muraria di una fornace del II secolo a.C.
Gli impianti di perforazione, a differenza del centro olio, sono stati ubicati tenendo conto del contesto naturale in cui si inseriscono, per agevolare il ripristino ambientale una volta terminata la fase produttiva.
Recentemente ENI e Regione Basilicata hanno firmato due accordi attuativi del protocollo di intenti sullo sviluppo delle attività petrolifere in Val d’Agri.
Gli accordi riguardano l’istituzione in Val d’Agri della fondazione Eni Enrico Mattei e una serie di borse di studio per giovani laureandi e laureati residenti in Basilicata. Queste ultime saranno gestite dalla Regione con il sostegno finanziario dell’ENI. La sede della Fondazione E.Mattei ospiterà una biblioteca multimediale e promuoverà attività di studio e di ricerca nel campo della New economy e delle nuove tecnologie.