“Si è riunito in data odierna il consiglio direttivo del Parco nazionale d’Abruzzo, che dopo ampia, attenta e ponderata discussione, ha deliberato di non continuare a dar corso al rapporto in essere con il direttore dell’Ente prof. Franco Tassi”. “Apprendiamo con sgomento – afferma il presidente del Circolo di Cultura prof. Demetrio Emmanuele – che con queste laconiche parole, in perfetto linguaggio burocratese, è stato allontanato dalla plancia di comando il direttore “storico” e “decano” dei Direttori dei Parchi Nazionali italiani il professore Franco Tassi, nonché nostro componente del comitato scientifico del Museo Etnico Arbëresh di Civita”.
Un’iniziativa che ha dell’incredulo se non fosse grottesca per i modi e le forme. Infatti, la presunta utilizzazione di microspie per la registrazione della seduta del consiglio direttivo, sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Oppure le irregolarità nella conduzione amministrativa e contabile dell’Ente se qualora ci fossero sono certamente da addebitarsi ad una cattiva macchina governativa che non trasferisce i fondi in tempo reale e per lo più a piccole gocce. Questo fa sì che un ente super organizzato ed efficiente come quello d’Abruzzo, inevitabilmente è portato allo scoperto con le banche.
Franco Tassi: Si è concluso un rapporto oltre trentennale di un uomo che ha dedicato tutta la vita alla natura italiana. Sono storiche le sue battaglie a favore e in difesa dell’ambiente e della natura calabro-lucana. Centinaia d’iniziative per evitare la distruzione selvaggia di ampie zone dell’Italia, dell’Aspromonte della Sila e del Pollino, non sono servite a “proteggere” una figura di spicco dell’ambientalismo mondiale.
Una “logica” conclusione portata avanti con scientificità dal ministro dell’ambiente e dal suo entourage come condizione unica – secondo il Fiduciario locale del Comitato Parchi e riserve naturali d’Italia – per sbloccare i finanziamenti all’Ente Parco nazionale d’Abruzzo. Una condizione che nessun uomo di cultura può e deve accettare.
Se il nuovo ministro dell’ Ambiente crede di rilanciare le aree protette in Italia con il commissariamento del Parco nazionale del Pollino, la tentata sostituzione dei dirigenti del Parco del Cilento e la defenestrazione di Tassi, si sbaglia di grosso.
La bravura di un governante si riconosce anche dal valore che concede agli avversari. Perché anche se Franco Tassi, la pensi diversamente dal ministro o dai suoi direttori generali, ciò non toglie che è un grande Direttore di Parco riconosciuto in tutto il mondo per l’alta competenza scientifica e manageriale con la quale ha diretto per oltre trent’anni il Parco nazionale d’Abruzzo.
Con questa nefanda decisione il ministro fa precipitare il più antico e rinomato Parco d’Italia nell’abisso ed apre le porte a speculatori, bracconieri e tagliatori di boschi che finora furono tenuti fuori della porta.