Pubblichiamo integralmente il testo di una lettera pubblica redatta dal Sindaco di Viggiano Vittorio Prinzi

14 gennaio 2002: “Il fumo e l’arrosto, ovvero le legittime aspettative di Viggiano”

Un vespaio di polemiche, soprattutto tra i colleghi e amici Sindaci della Val d’Agri, ha sollevato la mia presa di posizione giudicata “campanilistica” sul ritardo nell’attuazione degli accordi di programma Eni-Regione Basilicata e quindi, di riflesso, sulle scarse ricadute socio-economiche dell’attività estrattiva nell’area interessata, a cominciare dal territorio del Comune di Viggiano, nonché sulla rivendicazione della sede della Fondazione ENI  E. Mattei. 
Spero almeno di avere, così, gettato un sasso nelle acque da troppo tempo stagnanti della questione petrolio e di aver suscitato un confronto, nel quale contribuire a fare chiarezza e a portare alla luce posizioni ed orientamenti, preliminari di decisioni, che spesso si assumono senza alcun criterio e  lontano dalle sedi proprie, sopra la testa di amministratori e popolazioni che, insieme e da tempo, nutrono legittime attese e stanno vivendo, oggi, un momento di frustrazione e preoccupazione, poiché i danni veri e presunti, i disagi, i rischi, le aspettative, la disoccupazione sono presenti ” con il petrolio” , ma non si sono create le pur minime condizioni di sollievo  “attraverso il petrolio”.
Anche quella precaria occupazione nella realizzazione del Centro Olio e dell’Oleodotto, nella perforazione e nella costruzione delle reti di raccolta, è stata e continuerà ad essere modesta, a causa dell’impiego massiccio di manodopera esterna al territorio e alla Basilicata.

L’unica vera occupazione, quella degli autotrasportatori, con circa cento addetti, sta venendo meno, dopo la realizzazione dell’Oleodotto Viggiano-Taranto.

Quando, finalmente, si potrà creare una sufficiente quantità di posti di lavoro veramente stabili?
Fidiamo molto nell’attuazione degli accordi sottoscritti e non solo per l’occupazione, ma anche per la realizzazione di importanti infrastrutture ed opere a servizio del comprensorio, per l’istituzione di un efficiente sistema di sicurezza dal rischio e di tutela ambientale, per l’insediamento di organismi che promuovano lo sviluppo e la formazione. E Viggiano, in virtù della centralità nella vicenda petrolio, vuole esercitare tutto il suo peso e la pressione politica possibile per spingere l’ENI e la Regione ad essere solerti e solleciti nel concretizzare gli impegni assunti a vantaggio dell’intera area.
Ebbene, in tutto questo, dove sono i ricatti, il protagonismo, il campanilismo che qualcuno ha voluto rilevare? Certo, ben venga la concertazione tra i Comuni per la migliore utilizzazione possibile delle risorse, purchè sia seguita sempre ed in ogni campo, sia governata da chi, programmando le opportunità, abbia la responsabilità di tradurre in risposte e scelte concrete le proposte dal basso, e sia ispirata a giusti criteri di riequilibrio territoriale e di compensazione.
Ossia, è ovvio che tutti i Comuni dell’area del petrolio (e parlo solo di quelli compresi nella legge Regionale 40/95 e successive) hanno il diritto di godere dei benefici derivanti dal pacchetto petrolio; è giusto  che si presti particolare attenzione nei confronti di zone che all’interno dell’area mostrano chiari segni di debolezza e di difficoltà, con la consapevolezza che o si cresce tutti insieme o si perisce tutti insieme; ritengo, tuttavia, altrettanto ovvio e giusto che una seria  considerazione meritino i territori dei Comuni che, da un lato, subiscono in modo più immediato e violento l’impatto con le attività estrattive e, dall’altro, danno un più diretto e notevole contributo all’ottenimento proprio di quei benefici di cui fruisce l’intero comprensorio.

Tutti i Comuni vogliono, e legittimamente, i vantaggi prodotti dal petrolio, ma non tutti danno nella stessa misura, non tutti subiscono nella stessa maniera, non tutti pagano allo stesso modo. Ci sono Comuni dell’area che non sanno che cosa siano le attività petrolifere, sono stati forse solo marginalmente toccati dalla ricerca,  ci sono Comuni che non hanno consentito le perforazioni nel proprio territorio…….

Certo, petrolio…olet, sed pecunia non olet! Nessuno gradisce l’attività petrolifera, però tutti aspirano ad ottenerne i benefici! Ebbene, chi subisce la puzza (vera!) ha diritto di avere anche un maggiore ritorno in termini di opportunità e di investimenti.
E qui, naturalmente, e con tutta franchezza, parlo di Viggiano, che non vuole, beninteso, fare “le parti del leone”, ma chiede soltanto un’attenzione adeguata e una ricaduta proporzionata al contributo offerto allo sfruttamento degli idrocarburi e una compensazione rispetto ai  danni subiti nei settori produttivi e nell’ambiente.
E’ cambiata – si pensi – la stessa immagine di Viggiano: fino a qualche tempo fa, parlando di Viggiano, si richiamava alla mente la Madonna Nera e il volto degli interlocutori si illuminava; oggi, al contrario, quando si dice Viggiano si dice petrolio e la gente “arriccia” il naso.

Invito la Giunta Regionale, i Consiglieri Regionali, i Sindaci dell’area, i Parlamentari lucani, i responsabili delle forze politiche e delle organizzazioni sindacali a trascorrere solo qualche ora in prossimità del Centro Olio, nella zona industriale, e a visitare il suo territorio, ferito e sventrato dappertutto, anche in zone antropizzate, di pregio agricolo e ambientale, che una volta costituivano il richiamo turistico di questo paese, sempre definito a ” forte vocazione agricola e turistica” da tutti i Piani di Sviluppo Regionale.
Viggiano invece, ha dovuto addirittura, responsabilmente, rinunciare ad inserire nel Parco la quasi totalità del proprio territorio, aggredito dalle attività estrattive: il Centro Olio, ben 18 pozzi, una vera e propria ragnatela di decine e decine di chilometri di reti di raccolta in ogni parte, cabine di pompaggio, di stoccaggio, di monitoraggio, di energizzazione, strade comunali sconquassate,danni, disagi, vincoli, rischi, svalutazione di beni patrimoniali per la popolazione di Viggiano.
E in compenso?! Se si eccettuano le royalties dovute per legge dello Stato al Comune, assolutamente nulla!

Ebbene, Viggiano concorre per il 70% alla produzione del petrolio della Val d’Agri, paga il prezzo più alto in assoluto rispetto a tutti gli altri Comuni dell’area per la coltivazione degli idrocarburi, mi sembra, perciò, che più legittimamente di altri possa aspirare ad essere la sede della Fondazione Enrico Mattei. O si pensa di dare il fumo a Viggiano e l’arrosto ad altri?!

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it