La casa editrice Donzelli ha appena pubblicato un libro di due economisti dell’Università di Calabria dal titolo “Il distretto dell’intimo”. I due studiosi parlano una singolare realtà presente nel centro lucano.

Dopo il terremoto del 1980, imprenditori del modenese dettero una scossa a questa terra lucana indicando una prospettiva di sviluppo nel settore tessile.
I lavellesi cominciarono a investire nella maglieria, ma il mercato indicò come più redditizia, l’industria dedicata all’intimo. Così in breve tempo, appresa la tecnica con brevi corsi di formazione, individuati i giusti mercati su cui collocare la merce, gli affari cominciarono a ingranare.
Nel paese si formarono, in maniera spontanea, piccole aziende soprattutto a conduzione familiare, impegnate nella lavorazione dei capi. Le aziende coinvolte cominciarono a dividersi le fasi della lavorazione e gli imprenditori trovarono conveniente riunirsi in un consorzio.
Dal 1983 al 1990 aprirono 12 laboratori battezzati tutti Lavello (cambiava solo il numero in progressione).

Mentre Lavello diventava una grossa catena di montaggio, il consorzio coordinava le varie attività, raccogliendo gli ordini, concordando i prezzi, eseguendo le consegne. Oggi i laboratori presenti sono più di 50 con circa 500 addetti: un bel risultato per un paese del sud!
nel loro libro, i due studiosi calabresi analizzano il caso emblematico di una realtà che è decollata intornoa un’idea base. L’anima dei distretti industriali in fondo risiede in ciò e, intorno a un punto forza, raggruppa diversi imprenditori.

Oggi Lavello è oggetto del patto territoriale della corsetteria con ben 82 miliardi di finanziamento.  

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