Il grido di allarme, questa volta, arriva dalla costa jonica e, precisamente da Pisticci.
Già da molti anni quel suggestivo tratto di costa, considerato un sito d’interesse comunitario, è soggetto ad una massiccia opera di cementificazione.
Insediamenti e villaggi turistici che negli anni hanno deturpato il paesaggio e offerto solo l’illusione di un rilancio economico ed occupazionale.
Il motivo delle polemiche è il progetto del porto turistico di Marina di Pisticci nei pressi della foce del fiume Basento. In prima linea, come sempre, le associazioni ambientaliste e Rifondazione comunista, che considerano il porto degli Argonauti “una sciagura ambientale, ecologica e bioclimatica”.
La sua collocazione, infatti, potrebbe creare fenomeni quali l’erosione, l’arretramento della costa e l’accumulo di sedimenti, ostacolando, così, la stabilità delle dune e causando enormi danni sia all’agricoltura che all’intero ecosistema mare, dune, pineta.
La foce del Basento sarebbe posizionata “sotto flutto” rispetto al porto degli Argonauti, con un grave danno per la foce stessa del fiume; infatti, questo bloccherebbe il passaggio dei sedimenti che, in condizioni normali, il fiume porta al mare e che consolidano la costa.
Voci di corridoio, inoltre, accennano ad un nuovo progetto per la realizzazione di un complesso turistico: altro cemento, quindi, a danno di un tratto di costa fin troppo oltraggiato!
Le coste lucane, jonica e tirrenica, da sempre apprezzate per i panorami selvaggi ed incontaminati sono sempre più minacciate dal cemento e da una classe politica, la cui muta complicità non può non preoccupare!
Non è buttando cemento che si garantisce occupazione, ma attraverso uno “sfruttamento intelligente” del territorio, con la conservazione e la valorizzazione delle enormi risorse che questa terra ci offre e che tanti c’invidiano.