Quello che pochi giorni fa è accaduto a Viggiano, a mio avviso, non ha dell’incredibile come molti hanno presto evidenziato, ma bensì, è un atto legittimo, dettato dal buonsenso e dalla necessità di fare chiarezza sulla vicenda petrolio e sulla possibilità di far rifiorire la tragica moria occupazionale.

Vittorio Prinzi, Sindaco di Viggiano, ha bloccato repentinamente e a colpi di interrogativi il processo estrattivo di un altro dei quarantotto/cinquantadue pozzi che saranno realizzati nel territorio comprendente Calvello, Montemurro, Grumento, Marsicovetere e Marsiconuovo.
La mancata concessione edilizia ha fatto tremare i vertici regionali dopo l’inaspettato rifiuto incassato dall’Eni e che, ancora una volta, rischia di passare in secondo piano visto il poco interesse dimostrato dall’informazione locale e la scarsa solidarietà racimolata dai Comuni limitrofi.
Il primo a schierarsi contro, senza sentire ragioni, è stato il Sindaco di Marsicovetere, Michele Mazza, che non ha visto di buon occhio la presa di posizione forte del suo collega, dichiarando che la questione non può abbandonarsi a sentori campanilistici e personali, ma deve abbracciare la collettività e l’esigenza dell’intera area. Ossia, niente azioni isolate e controcorrente, la realtà ci impone di essere uniti.

In poche parole, tutti sperano che il petrolio porti in breve tempo lavoro, crescita economica, sviluppo sociale e l’assorbimento della manodopera giovanile per via della nascita di complessi organizzati.
Per il momento non si registrano segnali positivi da questi fronti, ci vogliono operai specializzati e non c’è il tempo necessario per formarli.
Ma, chi sta pensando all’ambiente e al rischio di nuocergli? Chi ha dato la possibilità ai cittadini di esprimersi? Chi ha spiegato loro i lati positivi e quelli negativi di quanto sta accadendo? Chi ha realmente riflettuto prima di schierarsi? E se tutto quello che hanno decantato e promesso finirà per riguardare solo i “barattatori di barili”?

La decisione presa dal Sindaco di Viggiano è un segnale deciso, isolato ma consistente, che dovrebbe essere sostenuto con determinazione anche da quelle forze politiche più sensibili.
E’ un motivo in più per vedere chiaro in tutta questa storia.
Nessuno mette in dubbio l’importanza del petrolio e la straordinaria ricchezza del nostro sottosuolo, ma si chiedono garanzie per l’interesse della popolazione e del territorio.

Intanto, si accentuano le proteste degli autotrasportatori rimasti senza lavoro, in seguito alla realizzazione dell’oleodotto che porta il petrolio fino alle raffinerie di Taranto. Vedremo.      

 

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