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La propria terra come prigione

Dalla nascita dello Stato d’Israele ad oggi, l’espansione coloniale israeliana si è accompagnata ad un progressivo allargamento dell’occupazione di territori palestinesi. Gli accordi ufficiali tra Israeliani e Palestinesi conseguenti le guerre arabo-israeliane, in ultimo gli accordi di Oslo, sono sempre andati progressivamente in direzione di una dipendenza del popolo Palestinese dallo Stato d’Israele. Per l’energia, l’acqua, l’assistenza sanitaria, il lavoro, tutto ciò che riguarda la sopravvivenza del popolo Palestinese è in mano allo Stato Israeliano. Uno Stato che dal 1948 ha allargato i propri confini violando fisicamente e culturalmente un intero popolo. Si pensi al massacro di Sabra e Chatila, prima azione politica di Sharon che è oggi considerato dalla comunità internazionale il principale attore di una pace che nella realtà dei fatti risulta essere un ricatto. Nello stato di cose presente le frange fondamentaliste che hanno dato sfogo all’odio dei Palestinesi contro i propri aguzzini, hanno affossato le aspirazioni di libertà delle masse popolari che trovavano espressione nell’Intifada. Inoltre gli atti terroristici di Hamas hanno legittimato la brutale repressione di questi giorni, etichettando agli occhi della comunità internazionale l’autorità palestinese di complicità e protezione nei confronti di questo gruppo. Gli attentati terroristici di Israele e Hamas hanno fatto regredire le aspirazioni di libertà del popolo Palestinese.

A proposito di tutto questo, il 23 gennaio 2002 alle ore 18:00, presso la Biblioteca Comunale di Rivello si è tenuto un interessantissimo dibattito organizzato dal Partito della Rifondazione Comunista.

Dinanzi ad un gruppo ben nutrito di partecipanti è intervenuto Suleiman Omar, un rappresentante ufficiale del popolo Palestinese. Quest’ultimo ha saputo incentrare l’attenzione dei presenti portando una accurata spiegazione della situazione palestinese nel tempo ed in questo momento, in quanto testimone diretto sia della prima Intifada che della seconda.
Dibattito che ha voluto far riflettere sulla drammatica situazione di tutte quelle minoranze che nel mondo sono costrette a subire ingiustificate barbarie, che vengono erroneamente etichettate come portatrici di terrorismo, che solo perchè rivendicano ciò che gli spetta di diritto hanno contro i Potenti del Mondo, in virtù di una legge ingiusta, quella del profitto e della globalizzazione.

Non è soltanto la guerra tra la Palestina ed Israele, ma è anche la lotta tra il Sud del Mondo ed il Nord del Globo.
E’ la lotta tra lo stato reale dei fatti e l’informazione che omette la verità, delle migliaia di palestinesi che muoiono senza far notizia e delle vittime israliane che fanno gridare alla strage ingiustificata.
Nulla è, comunque, giustificato quando a pagare sono degli innocenti.

L’incontro tenutosi nella ritrovata Biblioteca Comunale rivellese ha avuto un arduo compito di sensibilizzazione nei confronti di questo dramma che seppur si svolga in un angolo della Terra non vicino a noi ci sembra estraneo, ma improvvisamente vicino, reale, quando le immagini in televisione rimbalzano nelle nostre case, chissà se, in alcuni casi, deviate.