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Dossier Petrolio: Petrolio e Pollino

La nostra inchiesta sul petrolio in Basilicata parte non con una ricostruzione degli avvenimenti succedutisi dal ’98 ad oggi, bensì dall’ultima “bomba” scoppiata sulla “questione petrolio”.

Quando la Presidenza del Consiglio di Stato, nel “lontano” ’98, varò il progetto dell’E.N.I. di estrarre il petrolio della Val d’Agri, il progetto parallelo del Parco Nazionale del Lagonegrese – Val d’Agri era già una realtà, ma doveva ancora passare al vaglio dei singoli comuni lucani e del Consiglio Regionale.

Unico “grave” contrasto, che si interpose alla realizzazione piena del Parco oltre alle lentezze burocratiche e ai soliti “giochi politici”, fu la netta opposizione della forte “lobby dei cacciatori” alla nuova “dimensione Parco”.

Per quanto riguarda, invece, le imminenti trivellazioni nel Parco del Pollino, tra la Basilicata e la Calabria, la situazione è diametralmente opposta e se per la Val d’Agri era ancora accettabile (per quanto assurdo) il beneficio del dubbio nei confronti delle autorità politiche e governative, la questione del Parco del Pollino non lascia dubbi o perplessità…
Il Parco del Pollino è una realtà affermatasi, ormai, da molti anni: all’iniziale avversione dei cittadini nei confronti dell’istituzione del Parco, che, a dire di molti, avrebbe portato, attraverso rigide regolamentazioni, molte restrizioni alle libertà degli stessi cittadini e delle amministrazioni comunali; sono subentrati i plausi da parte di tutti, quando i lauti finanziamenti stanziati per i Parchi Nazionali in Italia dall’ Unione Europea, dalle finanziarie governative, dalla Regione e dalla Provincia hanno iniziato a rimpinguare le casse dei comuni compresi nel perimetro del Parco del Pollino.

Oggi, però, lo “scandalo” è un altro: a dicembre del 2001 la Commissione del Consiglio di Stato, preposta all’appuramento della possibile, quanto improbabile, convivenza tra Petrolio e Parco, ha chiarito che l’estrazione delle risorse petrolifere presenti nel sottosuolo del Parco del Pollino sono “compatibili” con il Parco Nazionale già esistente.
Come a dire che un parco ambientale, un’oasi di verde e di aria pura è “compatibile” con la produzione di milioni di barili di “olio nero” grezzo e con tutto quello che comporta il processo di estrazione e il trasporto del liquido: innalzamento della temperatura, scompensi ambientali, disagi sulle principali arterie stradali di comunicazione, nonché problemi di salute per coloro che abitano nelle zone limitrofe ai pozzi oltre, naturalmente, allo scempio dei paesaggi agresti della nostra bellissima regione.

Il problema, però, è un altro: cosa si intende esattamente per “compatibile” e “compatibilità”?…

Che, Petrolio e Parco, possono convivere o che il petrolio essendo parte del Parco è compatibile con questo stesso come risorsa del territorio, quindi parte stessa di esso?

Ancora una volta l’ambiguità della terminologia adoperata e delle macchinazioni ordite per confondere le acque lasciano spazio ad innumerevoli, quanto preoccupanti dubbi sulla limpidezza dell’operazione promossa dall’E.N.I.!…
Comunque già sappiamo come finirà: l’E.N.I. installerà i suoi pozzi anche sul Pollino e il territorio e i suoi abitanti non ricaveranno nessun utile da questa speculazione, ma soltanto disagi.

È terribile essere la “Cassandra” di una situazione che tutti, dai sindaci ai consiglieri provinciali e regionali, ignorano; ponendo sui propri occhi le ben note “fette di prosciutto” per negare a se stessi l’evidenza, fin troppo chiara, della realtà dei fatti…

L’E.N.I., tra l’altro come Ente Nazionale ha il potere di espropriare qualsiasi terreno ed impiantarvi stabilimenti petroliferi. Quindi anche tutte le questioni poste fino ad ora non sono altro che ipocrisie: parole al vento spese, probabilmente, per accaparrare voti o coprire altri interessi.

Tutto ciò, fatecelo dire, non porta altro che all’abbrutimento e alla decadenza delle menti, al proliferare della corruzione e del danno ecologico!
Se nessuna autorità tuona dall’alto contro le ingiustizie e le vessazioni, a cui ci sottopongono politici e potenti, allora sarà il nostro giornale ad assurgere a posizione di “arbiter” e a condannare i soprusi contro i cittadini lucani disarmati ed indifesi!