“Che cosa hanno in comune l’Azerbaijan e la Basilicata?”…
Questo non è il solito indovinello o una delle tante barzellette “idiote” a cui ci hanno abituato da tempo.
L’Azerbaijan e la Basilicata hanno davvero qualcosa in comune: quel “qualcosa” è il petrolio.
Immensi giacimenti petroliferi che giacciono nelle profondità della terra e non aspettano altro che essere estratte e raffinate…
C’è un’altra similitudine, pensandoci bene, tra l’Azerbaijan e la Basilicata: c’è un popolo di lavoratori disoccupati in Azerbaijan a cui erano state promesse prosperità, ricchezza e benessere dall’ “affare del petrolio“; come c’è un popolo , i “lucani“, a cui erano state fatte le stesse promesse…
Esiste, del resto, un’ultima analogia, pensandoci ancor meglio, tra l’Azerbaijan e la Basilicata: i cittadini che aspettavano il “miracolo economico” dall’estrazione del “loro” petrolio, sono stati truffati ed ingannati dalle istituzioni e dagli organi competenti, nelle mani dei quali si erano affidati.
Una cosa è certa: a distanza di alcuni anni dall’inizio delle trivellazioni, il petrolio non ha portato benefici né alla popolazione dell’Azerbaijan né agli abitanti della piccola regione meridionale.
Noi ci chiediamo, ancora una volta: “Perché?”
Così, da oggi, partirà un’inchiesta sul nostro giornale, che cercherà di esplorare e chiarire, per quanto è possibile, il problema del petrolio in Basilicata ed il perché sia diventato un “problema“, anziché la maggior fonte di ricchezza della regione e della nazione intera.
Chi volesse collaborare a tale inchiesta avendo del materiale interessante o delle opinioni da esprimere ci può contattare attraverso l’indirizzo di posta elettronica: gpferrari@lucanianet.it.
Proponiamo, infine, un gemellaggio con il popolo dell’Azerbaijan: loro sanno come noi cosa vuol dire essere sfruttati!…