A che cosa serve il cinema se non ci fa sognare e stare bene?…Ma a che cosa serve l’arte se non è testimonianza impegnata anche della nostra realtà, della realtà che ci circonda, satura di tutti i suoi problemi e delle sue incomprensioni? A ricordarci che al cinema non si va solo sotto “Natale” per ridere, per scherzare e per passare qualche ora in piacevole compagnia ci ha pensato Marco Tullio Giordana il regista de “I cento passi”. Ma questo film non è importante per le “nomination” che ha avuto agli Oscar americani: è fondamentale, invece, perché è prima di tutto un capolavoro! Sfido chiunque dopo la proiezione a negare di essersi emozionato, se non di aver pianto per la storia di Giuseppe Impastato, giovane come me, sognatore come me, impegnato più di me!…È la più chiara testimonianza, la più forte denuncia cinematografica dai tempi di “Le mani sulla città” di Francesco Rosi (citato nel film di Giordana), di quello che rappresenta e che ha sempre rappresentato la “Mafia” in Italia. Ma noi non possiamo capire, noi non viviamo a “Cinisi”, nel profondo Sud, nel cuore della Sicilia, “quasi in Africa”, direbbe qualcuno…, tana di Tano Badalamenti. Noi viviamo “al Nord” , ma possiamo capire un po’ di più rispetto a quelli che vivono ancora più a Nord…È Peppino che vive negli anni ’70, vive la sua giovinezza, i suoi fervori, le sue aspirazioni, i suoi ideali ficcato “nel buco del culo del mondo”: CINISI! Non siamo noi!…È lui che nasce in una famiglia mafiosa, dove suo padre è mafioso e dove sua madre è moglie di un mafioso…Non siamo noi!…È lui che deve diventare un “EROE” , perché non può far altro; è lui che deve ribellarsi all’autorità del padre rinnegandolo, perché pur sempre mafioso anche se suo padre…Non siamo noi!…È lui che deve sacrificarsi, diventando martire, per vivere la sua vita in libertà…Non siamo noi!…La storia di questo Peppino Impastato, morto per mano della Mafia nel 1978, mi ricorda tanto la storia di un altro tale, proprio come lui: oppresso come lui, idealista come lui, morto martire come lui: vissuto “soltanto” poco meno di duemila anni prima…
Cento passi per rompere il silenzio…
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