Le notizie sulle pericolose sostanze inquinanti rinvenute in Val Basento hanno scatenato un festival di ipocrisia che va in onda sui quotidiani e TV locali, dove eminenti esponenti politici, regionali e nazionali, si scoprono ambientalisti attenti alla salute dei cittadini e si indignano per il gravissimo ed irresponsabile comportamento di Enichem.
Del rischio di inquinamento da sostanze tossiche dei siti industriali di Ferrandina e Pisticci se ne parla da anni, come testimoniano le numerose denuncie di molti cittadini e associazioni, le inchieste aperte dalla magistratura e le commissioni consiliari regionali. E, dunque, perché tanta sorpresa soprattutto da parte di chi all’Eni ha consegnato le chiavi della regione?
Gli accordi di programma tra Regione Basilicata ed ENI sono ormai famosi per essere fonte di grandi affari per la multinazionale e di danni incalcolabili per la Lucania.
Il grado di rispetto dell’ENI per la nostra regione (ed, in generale, per tutte le regioni del mondo dove sviluppa la propria attività industriale) viene confermato dalle vicende della Val Basento e da quelle relative all’attività petrolifera, i cui effetti disastrosi non tarderanno a manifestarsi. E quando ciò si verificherà, quelli che oggi – con in testa Bubbico, Chiurazzi & C. – sono gli strenui difensori dell’occupazione petrolifera della Basilicata, li vedremo indignati minacciare ricorsi alla magistratura e partecipare alle manifestazioni no global contro le multinazionali.
Perché mai dovremmo fidarci ciecamente (mancando ogni sistema di controllo e monitoraggio da parte della Regione) di una società che sostiene di rispettare l’ambiente nell’attività di ricerca e di sfruttamento degli idrocarburi, quando scopriamo la velenosa eredità del petrolchimico in Val Basento ?

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