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Di politici, alberi e scrittori

Prendo spunto da due azioni politico-istituzionali riguardanti la Basilicata e la Puglia, in tema d’ambiente, per scrivere di alberi e non solo. Una prima nota, diffusa dal super-aggiornato sito della Regione riguarda l’assessore all’Ambiente e Territorio, Carlo Chiurazzi, il quale ha firmato nei giorni scorsi 11 convenzioni con le associazioni di volontariato che nei prossimi mesi, nell’ambito delle attività di contrasto degli incendi boschivi, svolgeranno attività di prevenzione, avvistamento, segnalazione e primo intervento.
Sono infatti circa 200 i volontari che saranno impegnati in questa attività. Due delle associazioni opereranno con mezzi aerei ultraleggeri che, partendo dall’aviosuperfice del Pantano (Pignola), effettueranno avvistamento e segnalazioni. Le associazioni che hanno firmato le convenzioni con la Regione hanno sede a Potenza, Matera, Anzi, Sant’Angelo le Fratte, Lavello, S.Paolo Albanese e Viggiano.
La seconda notizia, rintracciabile su La Gazzetta del Mezzogiorno, riguarda il fenomeno dell’espianto di alberi secolari, in particolare gli ulivi della campagna pugliese, che i biechi interessi di vere e proprie organizzazioni, trasportano in settentrione, al fine di abbellire luoghi pubblici e privati.
Si può leggere, infatti, in un comunicato diffuso dalla Legambiente che sono state presentate alcune Proposte di legge regionale ed il Consigliere Mario Carrieri ha presentato, un emendamento alla legge di Bilancio che è stata approvata dal Consiglio regionale il 26 aprile 2001 che ora è in attesa di pubblicazione sul BURP.
In particolare l’art. 30 della Legge regionale di Bilancio dal titolo “Tutela paesaggistica alberi” prevede l’istituzione presso l’Assessorato regionale all’ambiente di un Albo dei monumenti vegetali, in cui sarà inserito qualsiasi albero, isolato o in gruppi, che per le caratteristiche fitologiche (specie, età, dimensione, ecc.) e panoramiche, sia segnalato dagli Ispettorati regionali forestali, da Enti pubblici, dalle associazioni ambientaliste o da singoli cittadini.
Nello stesso articolo si prevede che gli alberi inseriti nell’Albo regionale non possano essere espiantati, senza un’autorizzazione degli Ispettorati forestali regionali che ne accertino, sulla base di una domanda documentata del proprietario (relazione tecnica, mappa catastale, fotografie panoramiche) la morte degli stessi o gravi fitopatie, la violazione delle norme di legge comporta una sanzione pecuniaria di 5 milioni per albero.
Il primo caso di applicazione della legge è avvenuto ad Ostuni dove sono stati posti sotto “vincolo” gli ulivi secolari inclusi in una vasta area a ridosso del paese.” I nemici Fuoco ed Espianto dunque, vengono ben combattuti dalle nostre istituzioni, con gli strumenti della giurisprudenza, secondo una visione tecnico-scientifica dell’albero.
Ma esiste un’altra dimensione, non trascurabile, perché primordiale, che vede l’albero come archetipo / modello, cui l’uomo, fin dagli albori della coscienza ha fatto riferimento, a livello simmetrico e complementare, di confronto, di identità e di trasformazione, di rigenerazione ciclica.
Uno scrittore trentino, Mario Bolognese, sostiene che l’albero “rappresenti noi esseri umani, figli del cosmo, trait d’union tra la terra-piedi-radici-sotto e il cielo-testa-rami-sopra”. Ho ritrovato tali concetti nell’interessante racconto “L’ulivo” – titolo inequivocabile – dello scrittore brindisino Antonio Caiulo, e che vi invito a leggere nella sezione Racconti del nostro giornale.
Questa storia, volutamente aulica e particolarmente descrittiva, narra il legame tra l’io narrante e l’ulivo, “signore della terra, gigante buono, amico, segreto da svelare solo alle persone amate”: due vite che si confrontano e si intrecciano tra i rami-muscoli dell’albero secolare e che trovano conforto nella passione amorosa e nel dolore che a volte ne deriva, tra le concavità/culle e cuore del patriarca verde.
L’ulivo – stella – montagna – certezza, nel corso della narrazione è creatura viva e partecipe della vita del protagonista, della sua compagna, dei loro figli, dei cambiamenti inevitabili delle età, ed il ritmo del racconto evoca atmosfere di fiaba, dove l’armonia tra uomo e natura sembra regnare sovrana. Ma venne un giorno, carico di quella rabbia di cui solo la realtà è capace, a sradicare la favola bella che univa la vita dell’uomo all’albero: il nemico Espianto consuma, nella campagna, il suo ultimo misfatto, ed il protagonista si trasforma in viandante, alla ricerca delle sue radici, portate altrove.
Lo attende un lungo viaggio, che lo condurrà in uno di quei non-luoghi, artifici dell’umanità perversa e masochista, dove ritroverà il suo amico albero e a voi lettori, il compito di leggerne l’epilogo Antonio Caiulo ha già pubblicato due raccolte di racconti: per la Firenze libri “Della pioggia e del bel tempo” e per le edizioni del Grifo “Retrogusto”.
“L’Ulivo” farà parte invece della sua prossima pubblicazione, prevista entro la fine di quest’anno, oltre a diventare soggetto per un film che avrà come protagonista un grande del nostro cinema ed un giovane e promettente regista del nostro caldo, complesso e creativo Sud, Simone Salvemini. Nel frattempo vi auguro una buona lettura, sperando di poter presto riparlarare di alberi, politici, scrittori e non solo.