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Il fagiolo di Sarconi

SARCONI – Le puntuali analisi di mercato effettuate relativamente al Fagiolo di Sarconi hanno portato alla luce una nuova realtà che offre interessanti spunti di riflessione.
Negli ultimi anni, infatti, se da un lato si è registrata una capillare diffusione della coltura del fagiolo con una superficie coltivata di circa 700 ettari e conseguente occupazione avventizia pari a 77.000 giornate lavorative/anno, dall’altro, la diffidenza insita nella quasi totalità dei produttori verso forme di associazionismo produttivo-commerciale, ne ha impedito l’effettivo decollo e l’opportuna valorizzazione.
Tanto ha comportato, purtroppo, la mancata produzione di fagiolo certificato e la rilevante riduzione delle superfici coltivate. Occorre dunque intervenire con una mirata azione di stimolo diretta agli imprenditori del settore, al fine di stimolarli a produrre, certificare e commercializzare il fagiolo secco ed avviare un’iniziativa che valorizzi al massimo la qualità della produzione.
Bisogna innanzi tutto qualificare il Fagiolo di Sarconi come prodotto di nicchia soprattutto in vista dell’imminente istituzione del Parco Nazionale Val d’Agri-Lagonegrese e dei vantaggi che deriveranno all’agricoltura. A tale scopo, dunque, l’Alsia e l’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa Bosco Galdo, hanno predisposto un Progetto Pilota nell’ambito dell’attuazione di Agenda 2000/2006. Tale iniziativa, che vede coinvolti il Consorzio di Tutela del Fagiolo di Sarconi, l’Associazione dei Produttori ed ogni singolo produttore del comprensorio che aderirà all’iniziativa, vuole essere uno stimolo, è detto nel progetto, “per catalizzare un mondo imprenditoriale, sempre più rigido e legato a vecchi schemi organizzativi, intorno ad un’idea che promuova un modello produttivo di filiera che vada dalla produzione alla commercializzazione e valorizzazione delle produzioni tipiche, attraverso la certificazione di qualità dell’intero ciclo produttivo”.
Tale iniziativa interesserà preliminarmente una modesta quantità del prodotto, soprattutto allo scopo di valutare il rapporto costo benefici. Per la realizzazione di tale progetto è prevista una spesa di circa 72.000.000 di cui £. 55.000.000 a carico dell’Alsia, £. 8.000.000 a carico del Comune di Sarconi e £.9.000.000 a carico dell’associazione produttori. Sarà cura dell’Alsia, inoltre, fornire l’assistenza tecnica unitamente ad un corretto e diffuso utilizzo delle attrezzature necessarie. Da parte sua l’amministrazione comunale ha già provveduto a predisporre igienicamente i locali da adibire al confezionamento che saranno gestiti dal Consorzio di Tutela unitamente alle attrezzature.
La materia prima, infine, sarà fornita dall’Associazione dei Produttori che impegnerà una parte di superficie coltivata con semi certificati.