SARCONI – Da qualche tempo la società civile si è posta, quale impegno prioritario, la pianificazione delle proprie esigenze socio-economiche con quelle di tutela ambientale al fine di migliorare la qualità della vita.
Le profonde mutazioni prodotte dall’uomo nell’estendere le proprie naturali aree di fruizione, hanno portato, infatti, ad una notevole riduzione degli spazi naturali quali boschi e fiumi. Le amministrazioni pubbliche, pertanto, nell’ambito dei propri compiti istituzionali e di gestione dei territori di competenza hanno sviluppato una nuova filosofia d’azione tesa al recupero degli ambienti naturali rari o degradati ed a ricrearne dei nuovi. Sono stati così coniati nuovi termini quali rinaturalizzazione, intesa come ricostruzione ex novo o restauro di ambienti naturali ormai rari, bioingegneria, ingegneria naturalistica, una disciplina che utilizza infrastrutture idonee a fornire condizioni favorevoli alla vita di specie animali e di vitalizzare il paesaggio già costruito.
Nella fattispecie i comuni di Marsiconuovo, Paterno, Marsicovetere, Viggiano, Grumento Nova, Moliterno, Spinoso, Montemurro, Sarconi e Tramutola, su impulso di quest’ultima amministrazione che viene individuata quale capofila, hanno approvato una Proposta di studio di fattibilità relativa ad un Progetto per Azioni di rinaturalizzazione, restauro ambientale e ripristino dei degradi del fiume Agri e di alcuni suoi affluenti nonché la creazione di strutture per la fruizione dell’ambiente. Tale progetto, che sarà candidato ai finanziamenti previsti per i Piani Integrativi territoriali del POR. Basilicata 2000/2006, prevede uno studio preliminare sullo stato del dissesto nel territorio dei principali bacini idrografici secondari dell’Alta Valle dell’Agri compresi nel bacino del fiume Agri al fine di delineare gli interventi necessari alla difesa del territorio.
Saranno, pertanto, presi in considerazione i fattori principali che contribuiscono all’instabilità del suolo per consentire alle stesse amministrazioni di formulare scelte programmatiche di ampio respiro atte a definire una serie di interventi che consentano, nel tempo, di limitare il degrado del suolo in modo da creare una serie di strutture turistiche ed educative. Gli interventi proposti, dal recupero e bonifica di zone soggette a movimenti franosi alla realizzazione di strutture per la fruizione turistica ed educativa, sono subordinati, infine, ad un’ottimale scelta della vegetazione da mettere a dimora sito per sito al fine di svilupparne le particolari qualità e caratteristiche.

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