Conscia ventiduenne mi affretto in attimi virili a spremere, lucida, ore della tua giornata; terra camminata con occhi, in pianure desolate, esplorata nei rigogliosi arborei che cantano il tuo fascino nostalgico, ritornante in indelebili tracce dell?animo.
Ti osservo nei passi radi dell?anziano nel palcoscenico di una vita rappresentato da una piazza. Ti inseguo dietro i celanti viavai di adolescenti che sfuggono su scooters rombanti. Ti ascolto nell?infinito mesto silenzio del tuo secolare isolamento. Ti ascolto, e la memoria onesta disseppellisce dinamica riportando la tua storia all?intenzione: difendere e proteggere dal male di sempre, parlare di te e non dire: ignorarti ancora.
Monti, valli, spiagge dove rifulsero, un tempo, fiorenti città della Magna Grecia: Metaponto ed Eraclea. Paesi che partorirono giuristi e letterati illustri. ?Corsi e ricorsi storici?, nel volgere dei tempi è facile nella brevità di una vita dimenticare i moti della Storia e la triste priorità lucana in sventure millenarie. Ciò non accade a chi crescendo in te, fin dagli anni più giovani, sente quanto è difficile ricercare una verità, in una realtà traforata, che pure insegna a mantenere intatte le virtù.
L?amore selvaggio per la famiglia, la parola franca ed onesta, la fierezza nella sobrietà; questo è quanto ho visto stampato sulle rughe della mia gente, questo è quanto racconta il pudore dei padri.
E noi?
Noi non siamo figli ingrati, ci guardiamo intorno e comprendiamo certamente i mali dell?inerzia, ma ci affidiamo al pudore del silenzio e osiamo solo con asciutte parole che incarnano,come un?eredità, la diffidenza alla secolare indifferenza governativa. E consci, evitiamo dialettiche ?rumorose?. Radi parolai raccontano una Lucania abbandonata, fuggita, poche volte si racconta quanto ignorata sia stata, questa regione, dai provvedimenti governativi che spesso si traducevano in tragiche burle per i lucani.
Ed oggi?
Oggi noi giovani ci guardiamo intorno, e in questa terra montagnosa e solare, dai verdi incantevoli e dalle bellezze nascoste, privi forse di fantasia, non sappiamo trovare un modo per crescere qui il nostro futuro.
Qualcuno parte, qualcuno resta.
Quando si parte non si abbandona il proprio paese e soprattutto non si scappa, spesso è il desiderio di poter ritornare un giorno a mantenere in vita progetti lontani. Quando si resta, lo si fa per il grande amore per la propria terra, che porta spesso giovani a rischiare in attività che si rivelano fallimentari dopo alcuni mesi di prova e raramente si vedono realizzare sogni in lavori che possano definirsi ?sicuri? oltre agli euforici inizi. Parlo di consapevolezza, credendolo oggi un efficace solvente contro i mostri antichi della retorica e dell?indifferenza che hanno reso inconosciuta la vera lucanità.
Della Lucania si ignora la fierezza, la natura libera, la forza, la tenacia, la costanza; virtù che si presentano in sfumature rassicuranti e immediatamente riconoscibili in lucani incontrati altrove. Lucanità antica e solare. Terra salvata con forza dai noti compromessi moderni; ariosa ed estatica; vera e passionale.
Terra incontaminata dal variegato fascino; dai dolci ai forti rilievi cangianti, dai suoli avari a quelli nutriti da affluvi generosi.
Terra intelligente e austera, che chiede aiuto con sforzi quotidiani, mirando alla sanità di un futuro in progresso, e indugiando ancora d?esser conosciuta e amata.

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