Fin dai tempi più remoti si è cercato di rendere meno doloroso il parto con l’impiego di varie sostanze (mandragola, canfora, papavero, etc.). Con il Cristianesimo il dolore del parto diventa un’espiazione della colpa e nello stesso istante una maledizione divina: ”…partorirai con dolore”.
A metà del XIX  secolo è iniziata la ricerca di farmaci che potessero alleviare il dolore durante il parto e che non avessero effetti collaterali sia per la madre che per il bambino; ma solo un secolo dopo, negli anni ’50, fu introdotta l’epidurale continua nel travaglio di parto. Attualmente questa tecnica consente il controllo del dolore senza interferire con la dinamica del parto, migliora le condizioni del feto e riduce gli effetti negativi che il dolore provoca sull’unità materno-fetale.
L’analgesia epidurale continua è universalmente riconosciuta come tecnica elettiva, più sicura ed efficace, per abolire il dolore per tutta la durata del travaglio e del parto e può essere prolungata, secondo le necessità, anche nel post-partum.
Il servizio di parto analgesia consente alla donna di partorire tenendo sotto controllo il dolore, senza interferire con la dinamica del parto, migliorando le condizioni del feto e riducendo gli effetti negativi che il dolore provoca sull’unità materno-fetale. Tale servizio è oggi attivo presso il San Carlo di Potenza garantito degli anestesisti dell’U.O. di Anestesia e Rianimazione diretta dal Dr. Luigi DeTrana, e i medici dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’A.O.R. “San Carlo” diretta dal Dr. Sergio Schettini.
L’attivazione del servizio necessita di un ambiente tecnico ben organizzato e di una équipe di ginecologi ed anestesisti affiatata. Consiste nell’introduzione a livello della regione lombare, previa anestesia locale (quindi non è dolorsa!), di un ago nello spazio epidurale e, attraverso questo ago, si posiziona un cateterino di nylon lasciato a dimora; tramite il cateterino vengono iniettati i farmaci per il controllo del dolore. La presenza del catetere non impedisce in alcun modo i movimenti della madre.
L’epidurale continua viene eseguita duramte il travaglio di parto su richiesta della donna previo parere favorevole del ginecologo e se non ci sono controindicazioni evidenziate durante la visita anestesiologica. La presenza del catetere fa si che tutto il travaglio è coperto ed inoltre in caso di indicazione chirurgica il taglio cesareo viene eseguito in peridurale velocizzando i tempi di inizio.
E’ indicata a tutte le donne che ne fanno richiesta e soprattutto in presenza di alcune patologie: diabete, ipertensione, gestosi, miopia grave, ernie del disco, alcune malattie cardiovascolari.
E’ controindicata in caso di turbe della coagulazione primitive e secondarie (uso di farmaci), in caso di infezioni sistemiche o localizzate della schiena, gravi traumatismi della colonna vertebrale.
In rarissimi casi si può avere cefalea per puntura della dura, dolore benigno e transitorio della durata di qualche giorno. In alcuni casi prurito generalizzato, mai fastidioso, tollerabile. Qualche volta la donna lamenta dolenzia alla schiena; tale disturbo non è quasi mai imputabile alla tecnica antalgica ma molto più frequentemente alla dinamica del parto.
Con tale tecnica il travaglio, l’esperienza più significativa della vita di una donna, sarà un momento da vivere con coscienza e senza dolore e nello stesso tempo il feto si gioverà del benessere della madre. L’aggiunta dell’anestetista all’equipe ostetrica-ginecologo e la sua costante presenza in sala, garantisce un’ulteriore fattore di sicurezza e tranquillità.
L’adozione di tecniche di parto analgesia contribuirà, tra l’altro, ad una auspicabile riduzione dei parti cesarei. Infatti, quando questa metodica diverrà routinaria, il parto cesareo ritornerà ad essere la soluzione ultima per risolvere complicanze subentrate, e non la scelta obbligata per allontanare il timore di un pedaggio doloroso da dover affrontare.

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