Nell’era di Internet il ruolo dei mass media tradizionali è stato completamente rivoluzionato. Siamo nell’epoca della knowledge divide. Internet non è più un gioco, il cyberspazio non è più separato dallo spazio reale, ma ne è una estensione potenziante per coloro che possiedono conoscenze e strumenti. Il numero degli utenti di Internet costituisce un dato sfuggente. Numerosi osservatori stimano il numero di persone che si connettono alla Rete almeno una volta al mese fra i 15 e i 16 milioni (Livraghi, 2007). Il rapporto AcNielsen (luglio 2007) evidenzia un dato più elevato, circa 18,8 milioni di utenti e addirittura 20,7 milioni prendendo in considerazione anche gli utenti utilizzatori di applicazioni di istant messaging o programmi di peer to peer. Il numero di utenti di Internet è in crescita di anno in anno a partire dal 1998. Il Rapporto Anie e-Family 2007 attesta per il 2006 che il 56% delle famiglie possiede almeno un Pc domestico. Circa 17,7 milioni utilizzano con frequenza Internet. eMarketer stima una penetrazione di Internet intorno al 49,2%, dato che porterebbe a circa 28 milioni gli internauti del nostro Paese. Dall’editoria all’e-ditoria. La nascita dell’epoca dell’editoria on line viene fissata idealmente al 1992: il Chicago Tribune è la prima testata di informazione a proiettarsi nel cyberspazio. L’anno successivo è la volta del San Josè Mercury Center. In Italia è necessario attendere il maggio del 1994 perchè veda la luce Videonline, servizio di informazione on line de L’Unione Sarda. Nell’aprile 1995 segue La Stampa e solo a cavallo con il 1996 l’esperienza della Rete si estende a testate importanti quali il Corriere della Sera, Il Sole-24 Ore, La Gazzetta dello Sport e Il Manifesto (Fonte: Ipse.com). La Repubblica si adeguerà nel gennaio 1997, anno della nascita della edizione on line di grande successo Repubblica.it. Si andava verso la direzione di un giornale on line, personalizzato, sugli interessi specifici del singolo lettore. Le prime a prevedere la possibilità di personalizzazione almeno parziale delle proprie Homepages furono le testate americane: Wall Street Journal, MSNBC.COM, The Washington Post. Google ha adottato un algoritmo capace di personalizzare la pagina d’accesso dei suoi utenti sulla base delle preferenze espresse. Web 2.0: Internet, il medium bidirezionale. L’evoluzione di Internet verso il cosiddetto Web 2.0 ha modificato il rapporto utente-Rete. Gli attori privilegiati di questa nuova fase sono blog e community. Internet non è più relegabile ad uno spazio (cyberspazio) di confine nella vita delle persone, ma è il luogo dove si spende parte della propria vita lavorativa e del tempo libero. Coloro che dispongono di banda larga utilizzano la rete per la posta elettronica (67%), per lavoro (42%), per informazioni e tempo libero (41%), studio (32%). (Rapporto Anie-E-Family). Blog e informazione giornalistica. Secondo lo European Journalism Observatory (EJO), i giovani leggono più i blog di quanto leggano i quotidiani o guardino le notizie in televisione. I ragazzi europei, compresi nella fascia d’età 18-34 anni, stanno abbandonando i giornali (negli Usa con punte del 50%). Secondo l’Online Pubblisher Association, solo il 17% di chi ha meno di 25 anni ritiene che la lettura sia importante nella propria vita. Il blog è uno dei mezzi attraverso il quale poter raggiungere questo e fidelizzare il pubblico giovanile, utilizzando uno strumento tecnologico self confident. L’emersione dei nuovi media non comporta necessariamente l’abbandono dei media tradizionali. Per quanto riguarda, per esempio, la Tv già si assiste all’offerta gratuita e on demand di palinsesti complessi via Internet (Joost e simili). L’epoca del Web 2.0 è sempre più multicanale, viaggia contemporaneamente su più media raggiungendo pubblici diversificati. La Rete sta diventando sempre di più anche una fonte inesauribile di notizie, dati, statistiche, ricerche. Nei principali giornali si sta imponendo un giornalismo investigativo che permette di reperire documenti e raggiungere fonti preziose attraverso la sola Rete. Le testate giornalistiche sono presenti, con poche eccezioni, sul web. Il numero di utenti raggiunti è estremamente elevato. La Repubblica conta 11 milioni di utenti, il Corriere 5 milioni, La Stampa 4,5 milioni. I contenuti offerti sono piuttosto variegati. Alcune testate hanno scelto la formula read for free, secondo un modello di business advertising-based (vendita di pubblicità). Molti giornali hanno cominciato ad offrire pacchetti di servizi a valore aggiunto agli utenti, facendo delle loro testate portali dall’offerta estremamente eterogenea. Le versioni cartacee dei giornali mantengono tuttavia una loro valenza specifica per tre motivi: conservano una fruibilità differente, consentono una lettura profonda e sono veicoli privilegiati per la co-distribuzione di altri beni (libri, cd musicali, altri giornali). Le testate giornalistiche italiane hanno implementato nei propri siti tecnologie di nuova generazione quali i feed RSS, blog, podcast e altro. Uno studio, condotto nel 2006, ha analizzato le pagine dei primi cinquanta giornali italiani per copie vendute e la presenza di 13 diversi servizi quali indicatori. 19 dei primi 50 giornali italiani richiedono una registrazione obbligatoria dell’utente, spesso a pagamento, per l’accesso al sito web del giornale. Il feed RSS è lo strumento più diffuso: 13 su 50 testate li rendono disponibili. Nessun sito web permette al lettore di aggiungere un commento nella stessa pagina dell’articolo. 12 giornali offrono un forum di interazione lettore-redazione. 8 siti web includono blog curati da giornalisti. Le prime 10 testate distaccano le ultime 10 su tutti i parametri.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)

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