L’Italia ha il primato del maggior numero di cittadini al di sopra dei 65 anni di età. La popolazione anziana rappresenta quasi il 20% della popolazione totale, laddove i ragazzi al di sotto dei 15 anni sono scesi ad appena il 14% del totale degli individui. Secondo l’Ufficio del Censo e dell’Istituto Nazionale per l’Invecchiamento di Washington, la durata della vita in Italia è in media di 79 anni. Sotto questo profilo, il nostro Paese si colloca al secondo posto dopo la Svezia, dove la durata media è di 79,6 anni e la popolazione anziana è pari al 17,3%, quindi inferiore a quella rilevata sul nostro territorio.
Qualora questo trend dovesse continuare, nel 2030 si stima che gli anziani costituirebbero addirittura il 30% dell’intera popolazione mondiale. I paesi più “vecchi” sarebbero quindi il Giappone e l’Italia, malgrado il nostro Paese sia tra quelli che hanno evidenziato un minor tasso di incremento nel numero degli anziani.
Gli ultra sessantacinquenni sono quasi il 20% (11.615.702 unità) dell’intera popolazione italiana, se si considera invece la fascia d’età rappresentata dagli ultra cinquantacinquenni emerge che questi costituiscono ben il 31,8% dell’intera popolazione (31,6% gli individui in fascia d’età fra 41 e i 64 anni; 30,6% gli individui in fascia d’età fra 19 e 40).
La maggioranza della popolazione anziana (il 56,6%) continua a percepire pensioni del tutto insufficienti, inferiori ai 1.000 euro mensili: in particolare, il 31,8% percepisce tra i 500 e i 999 euro ed il 24,8% ancora meno.
Secondo l’ultimo censimento, su una popolazione di circa 57 milioni di individui, le “over 65” sono 6.250.878, contro i 4.311.057 degli uomini. Ben il 25,7% delle donne di questa fascia di età continua a lavorare o riesce a trovare un nuovo impiego. La percentuale di quanti lavorano sul complesso degli ultra- cinquantacinquenni e ultra-sessantacinquenni è salito dal 2004 al 2005 rispettivamente del 3,6% e dello 0,9%. Nello stesso periodo il numero dei giovani lavoratori non ancora trentenni è diminuito di diversi punti percentuali.
Sul piano dell’attività fisica, mentre i giovani praticano meno sport, gli ultra cinquantenni e sessantenni sono più attivi in questo senso e affollano palestre, campi sportivi e piste di atletica. In vent’anni, dal 1985 al 2005, la crescita della pratica sportiva tra glia anziani è stata di tutto rilievo (+70% e +179% rispettivamente per gli ultra50enni e gli ultra60enni, con picchi assoluti di iscrizione di rispettivamente 968 e 845 unità).
Vecchie generazioni, nuove tecnologie. In Italia, ad eccezione degli ultra-settantacinquenni, tutte le altre fasce d’età hanno visto aumentare, in soli tre anni, di almeno due punti percentuali il numero di coloro che utilizzano il pc. La percentuale di ultra55enni che utilizza il pc è passata, infatti, dal 10,5% del 2003 al 12,9% del 2006 (+2,4%). In relazione al sesso, sono soprattutto i maschi fra i 55-59 anni (35,9%) e fra i 60-64 anni (24,4%) ad usare di più il computer. Anche in relazione all’uso di Internet, si rileva un forte aumento del numero di anziani che utilizzano il pc per connettersi: nel 2006 ha utilizzato Internet il 21,5% della popolazione tra i 55 e i 59 anni (+4,9% rispetto al 2003); il 12,3% degli anziani tra i 60 e i 64 anni (+2,9%) ed il 4,8% tra gli ultra-65enni (+1,2%). Sono soprattutto gli uomini fra i 55 e i 59 anni (29,5%) e fra i 60 e i 64 anni (19,2%) ad usarlo di più.
L’impegno sociale. Aumentano gli appartenenti alla fascia 60-64 anni che sono impegnati nelle attività di volontariato (+2,7%). Si deve aggiungere che anche in questo caso si tratta di un dato in controtendenza: infatti negli ultimi anni è generalmente diminuito l’impegno degli italiani in questo particolare settore sociale. Nel complesso, nel 2006 ben l’8% degli ultra-55enni ha svolto attività di volontariato o partecipato a riunioni di associazioni culturali.
Tanta voglia di vivere. Per quanto riguarda il divertimento agli ultra55enni piace andare soprattutto al cinema. Le sale cinematografiche sono frequentate, infatti, dal 18,9% della popolazione appartenente a questa fascia di età, i musei dal 17,9%, i siti archeologici dal 14%, i teatri dal 13,2%, gli spettacoli sportivi dal 12,3%. Riscuotono invece un successo minore le sale da ballo (7,4%), i concerti di musica classica (7,2%) o di altro genere musicale (6,5%). Dediti al divertimento sono soprattutto gli uomini, che usufruiscono dei vari tipi di loisir in misura generalmente superiore alle donne, eccetto in relazione al teatro, frequentato dal 14,6% delle ultra55enni e dal 13,1% dei loro coetanei, e delle sale da ballo, che vedono una presenza femminile molto più numerosa rispetto a quella maschile (29,7%, contro 11,2%). Nell’ultimo triennio è cresciuta soprattutto la fruizione del teatro (+1,1%) e del cinema (+0,8%), mentre hanno riscosso un successo decrescente siti archeologici (-1,1%) e sale da ballo (-1%).
I nuovi vacanzieri. L’anziano viaggia di più e sempre più per diletto: tra il 2002 ed il 2004, infatti, è cresciuta l’incidenza degli over-65 sul complesso dei “viaggiatori per piacere” (dall’8,1% al 9,1%), mentre è più che dimezzato il loro peso sui “viaggiatori per lavoro” (dal 2,5% all’1,2%). Lo stesso è avvenuto per le persone tra i 45 e i 64 anni, che nel 2004 hanno rappresentato il 25,1% dei vacanzieri (+1,1% rispetto al 2002) ed il 30,2% di quanti hanno viaggiato per motivi di lavoro (-1,5% rispetto al 2002).
La salute. Notizie meno positive arrivano invece sul piano della salute. Tra il 2002 ed il 2006, infatti, è diminuita la percentuale di over55 che affermano di sentirsi in buona salute (dal 48,1% al 47,2%), mentre è aumentato considerevolmente il numero delle persone appartenenti a questa classe di età che fanno ricorso ai farmaci (dal 62,7% al 66,9%). Sono le donne a soffrire in misura sensibilmente maggiore problemi di salute: nel 2006, appena il 43,6% delle over55 si è sentita in buona salute, contro il 51,5% degli over55. Anche il ricorso ai farmaci registra maggiore diffusione tra le donne (ne ha fatto uso recente il 69,7% delle over 55, ovvero il 6,1% in più rispetto ai coetanei di sesso maschile).
In relazione alla fascia di età, è possibile evidenziare come le tendenze segnalate – peggioramento dello stato di salute e maggiore ricorso ai farmaci – hanno riguardato sia la componente più matura della popolazione anziana (ovvero gli over75) che quella più giovanile (le persone tra i 55 e i 59 anni), fatta parziale eccezione per gli anziani maschi di età compresa tra i 65 e i 74 anni, che nei 4 anni considerati hanno sì aumentato il consumo dei farmaci (dal 64,2% al 68,8%) ma si sono sentiti meglio (la percentuale di quanti si definiscono in buona salute è cresciuta dal 47,3% al 48,1%).
Gli “old-young” e il sesso. Uno studio condotto da Ira Sharlip, il famoso urologo statunitense, ha stimato che atti sessuali completi continuino ad essere compiuti dal 95% dei cinquantenni, ma anche dal 28% degli ultrasettantenni. Persino nella fascia di età tra gli 80 e 102 anni, si registrerebbe ancora che circa il 75% degli uomini e due terzi delle donne siano sessualmente vivaci, magari attraverso il reciproco scambio di carezze e affettuosità. Secondo la sessuologia Ulrike Brandeburg, il 40% delle donne, nel segmento di età tra i 75 e i 79 anni, dichiara di avere una vita sessuale appagante e regolare.
Il sesso, dunque, è tra gli ingredienti che aiutano a vivere più a lungo e meglio. All’arrivo dei capelli canuti, i maschi non sono più disposti a tirare i remi in barca, magari con l’utile stimolo di farmaci di ultima generazione. La diffusione del Viagra e di prodotti similari ne è viva testimonianza. Il consumo medio in Italia sarebbe di una pillola alla settimana, con utenti di età media di 54 anni, che utilizzerebbero di preferenza un dosaggio di 50 mg. Sul piano della diffusione delle conoscenze sul Viagra, vale la pena di ricordare che sull’argomento appaiono in media 8 pubblicazioni mediche alla settimana e ben 275 articoli dedicati alla disfunzione erettile su 1.300 pubblicazioni totali.
Partner cercarsi. 1 su 5 degli iscritti ad una delle maggiori agenzie di incontri presenti in Italia, è un ultra-sessantenne. Se le donne appartenenti a questa classe di età s’iscrivono principalmente per incontrare un compagno attivo col quale potersi divertire (70% dei casi), l’80% dei loro coetanei s’iscrive per trovare una donna più giovane di almeno 10 anni.
Una ulteriore conferma della nuova voglia di vivere delle nuove-vecchie generazioni è data dal crollo dei suicidi e dei tentativi di suicidio (-6,8% per gli over 65). Anche in questo caso si tratta di un dato in controtendenza rispetto a quanto riscontrato nelle altre fasce d’età.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)

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