Negli ultimi tempi la comunicazione ha creato dei termini bellissimi. Uno di questi è “trasparenza”. La trasparenza è diventata uno slogan di sicuro effetto nella gestione pubblica. Forse, tre anni fa la classe politica lucana e i lucani avrebbero accettato il Deposito Unico Nazionale grazie alla trasparenza? Invece, rincorriamo, ancora, a tre anni da Scanzano i responsabili della decisione del Sito Unico Nazionale, mentre perdiamo di vista che la storia di tre anni fa potrebbe ripetersi in modo diverso e, sonnecchiando sulla nostra situazione, con i nuovi protagonisti del nucleare italiano sempre ai danni della Basilicata.

Riparte con il teatrino della politica anche quello del nucleare italiano. Questa volta cambiano gli attori, la trama e la commedia resta la stessa. Il generale Carlo Jean, al servizio del governo Berlusconi e del ministro
Marzano, passa ora sotto la volontà del ministro Bersani. L’ex governatore lucano Bubbico (a cui fu anche attributo il titolo di generale durante la mobilitazione pacifica di Scanzano del 2003) diventa sottosegretario con il ministero di Bersani, dal quale dipende Carlo Jean. E qui iniziano i nostri interrogativi:

– Il ministro Bersani continuerà (come il ministro Marzano) in ogni caso a riprocessare il combustile nucleare all’Estero, alimentando il nucleare dell’Enel in Slovacchia e aumentando i rifiuti nucleari del decommissioning (nella speranza di trovare il sito unico e far ripartire le centrali nucleari)?
– Inoltre, il generale Carlo Jean e la Sogin, visti i risultati che hanno prodotto, resteranno al loro posto?
– Il ministro Bersani che già durante il suo mandato nel governo regionale di Dinardo voleva realizzare in Basilicata un cimitero di scorie nucleari, cosa farà ora che ha un lucano nel suo dicastero?
– Il sottosegretario Bubbico, ora che ha la possibilità di dimostrare le sue intenzioni antinucleari, e di difendere la sua Lucania come si comporterà?

In pratica, mentre gli italiani litigano per i pochi rifiuti nucleari che hanno, il governo pensa a crearne altri  con il riprocessamento senza sapere dove sistemarli tra venti anni. In Italia si svuotano le centrali e gli impianti nucleari italiani, escluso il centro Trisaia di Rotondella. La Trisaia è famosa per le barre di Elk River di proprietà americana. Questo governo ha la possibilità di far ritornare negli Stati Uniti il nucleare che non è nostro. Questa possibilità permetterebbe di declassare il sito e di attivare una riconversione produttiva non nucleare. In effetti, a noi non interessa riprocessare le barre di Elk River (non vogliamo altri rifiuti). Mentre il senatore Adduce sostiene il riprocessamento anche per Trisaia, le barre possono andare via e basta (senza fare altri danni). Ribadiamo che riprocessare significa creare altre scorie (più pericolose in quantità e qualità).

Un dato di fatto che ci fa preoccupare, invece, è quello che non sentiamo nominare dalla bocca della classe politica lucana e dai sindaci la parola “Riconversione” del Centro Nucleare di Trisaia. Eppure, dichiarano di essere tutti contro il nucleare. In Basilicata è ormai vox populi il fatto che il Deposito Nazionale di Scanzano fosse diventato come il famoso “segreto di Pulcinella”, che tutti conoscevano e che nessuno voleva rivelare, ma da buoni cittadini lasciamo alle commissioni e alla giustizia umana tirare le somme. Come Lucani, invece, riteniamo che sia ora il momento di fare giustizia su Scanzano e sulla Lobby nucleare chiudendo il nucleare italiano, riconvertendo la Trisaia e mettendo in sicurezza le scorie li dove si trovano. Non occorre pensare al passato (la storia ci consegnerà i colpevoli), dobbiamo chiedere giustizia per il presente e non tra venti anni, quando i bambini di Scanzano (diventati adulti) si ritroveranno a combattere nuovamente contro il Deposito nazionale di scorie che ritornerà in Basilicata. Ogni venti anni i nuclearisti tornano in Basilicata, ora però vogliono affrettare i tempi (1963, 1978, 2003).

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