Sopratutto on-line proliferano siti che si occupano di questa “penosa” vicenda che pare sia una caratteristica solo del panorama politico italiano. Soprattutto il mondo dei blogger e quello dei “forum”, la nuova frontiera della comunicazione che corre sul web, ha prodotto milioni di pagine che trasudano indignazione. Dopo che “Report”, trasmissione televisiva in onda ogni domenica sera sulla terza rete Rai, ha dedicato un servizio ai manager di Stato che incassano centinaia di migliaia di euro per portare al fallimento aziende come Alitalia, o per gestire in maniera scandalosa le Poste o la Telecom, il picco dell’attenzione è salito a livelli record.

Come capita in questi casi anche a livello locale l’indignazione si sviluppa su tematiche regionali. In Basilicata si è discusso fino a ieri delle nomine negli Enti sub-regionali: ora torna d’attualità la questione dei compensi dei consiglieri regionali e dei manager pubblici. Un articolo pubblicato sul settimanale potentino “Controsenso”, a firma di Michele Russomanno, ha destato curiosità e risentimento fra i tanti lettori del giornale. In pratica, il redattore evidenzia la riluttanza dei politici contattati a rivelare l’esatto ammontare dello stipendio da consigliere regionale. Faccio notare che il principe dei blogger italiani, Beppe Grillo, sbeffeggia i parlamentari italiani proprio con il termine “dipendenti”. Ma perchè i politici lucani non amano far sapere a chi li ha designati a rappresentarli qual è il compenso che essi stessi stabiliscono facendo leggi ad hoc? Hanno forse vergogna o sono imbarazzati a far conoscere certe cifre? E’ da segnalare in questa battaglia per la trasparenza l’impegno del leader dei Radicali Lucani Maurizio Bolognetti, il quale ha chiesto pubblicamente che gli importi degli stipendi dei Consiglieri Regionali lucani venissero pubblicati sul portale istituzionale della Regione Basilicata.

E’ interessante, però, commentare le cifre apparse nel citato articolo di “Controsenso”. Si è partiti dall’auto-denuncia del reddito del consigliere Erminio Restaino, il quale ha comunicato che il suo stipendio netto, ammonta a 6.500 euro mensili. Di per se una bella cifra ma, sicuramente, non è la sola che concorre a stilare la busta paga. Fra rimborsi e indennità viene indicato un tetto di 30.000 euro mensili per alcuni consiglieri (che sarebbero quasi 60.000.000 di vecchie lire). Onestamente, penso che questa cifra non sia vicina a quella realmente percepita dai nostri rappresentati regionali, ma nemmeno i 6.500 euro comunicati da Restaino rappresentano il loro reale stipendio. Ma non è solo lo stipendio mensile a scandalizzare l’opinione pubblica. Una Legge Regionale (n° 38 del 2002) ha stabilito che, oltre agli importi di indennità di carica, funzione, rimborso spese e di missione, viene corrisposto un sostanzioso assegno di fine mandato e un vitalizio per chi ha avuto la fortuna di sedere, anche per un solo giorno, sul comodo scranno del Consiglio Regionale di Basilicata. Il segretario regionale della Nuova Dc ha avuto il coraggio di metter becco in questa delicata materia. Giuseppe Potenza ha denunciato le faraoniche indennità di fine mandato snocciolando cifre che sono davvero imbarazzanti. L’assegno vitalizio mensile di fine mandato può variare da un minimo di 2.616,43 euro ad un massimo di 5.083,46 euro, cifre cumulabili con qualsiasi altra pensione.

Non finisce qui. L’indennità di fine mandato, una vera e propria liquidazione, varia da un minimo di 37.032,096 euro a un massimo di 111.908,88 euro, non è dato sapere se trattasi di cifre al lordo di trattenuta fiscale. Ma c’è di più. C’è la possibilità di richiedere la restituzione dei soldi versati durante il mandato al fondo di previdenza: accade, in questo modo, che un consigliere può recuperare anche oltre 100.000 euro. Queste cifre, lo ripeto, sono state pubblicate su “Controsenso” dell’11 novembre scorso e stiamone certi, alimenteranno nuove polemiche. Resta lo sconcerto nel constatare la ritrosia della quasi totalità dei consiglieri lucani a comunicare l’esatto importo mensile percepito.

In tempi in cui tanti lucani sono costretti a fare l’ennesimo buco alla cintura non è bello leggere certe cifre. Non saranno contenti i tanti disoccupati e tutti coloro che sono in cassaintegrazione o in mobilità. Non penso che saranno felici neppure le decine di migliaia di lucani che ormai non sono più lucani essendo stati costretti ad emigrare proprio perchè la classe politica che negli anni si è succeduta nel governare la regione non è stata capace di creare le condizioni per garantire un lavoro decoroso ai propri abitanti.

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