Sono solo alcuni dei dati dello Studio sull’istituto della mobilità promosso dall’Ufficio della Consigliera di parità della Regione Basilicata e presentato, questa mattina, dalle autrici della ricerca, Raffaella Ferro e Maria Rosalba Di Tolla, consigliere di parità effettiva e supplente, e da Francesco Parrella, dirigente regionale dell’ufficio Lavoro e territorio.
“Il problema del reinserimento lavorativo – ha detto Parrella – è all’attenzione della Regione, tant’è che le azioni più importanti hanno puntato proprio sulle donne. Ad esempio, il programma Pari approvato dalla Giunta regionale qualche giorno fa prevede il reinserimento di donne ultra 45enni che potranno usufruire di un dote di 10 mila euro, 5 derivanti dal ministero del Lavoro e 5 dalla Regione, oltre ad azioni di sgravo fiscale”. Parrella, inoltre, ha ricordato il bando “Piccoli sussidi” con particolare riferimento all’azione n.ro 4 “promozione del lavoro femminile”.

Per Maria Rosalba Di Tolla “Questa ricerca presenta dati sulla mobilità maschile e femminile del settore pubblico/privato osservati nell’arco di un quinquennio. I dati non sono solo un primo sguardo sulla realtà, ma guardano anche all’esigenza di colmare alcuni limiti”.

Per Raffaella Fiore, l’analisi “esamina le aziende medio grandi della Basilicata cercando di diventare strumento utile per indirizzare le politiche di lavoro declinate da un punto di vista di genere e recuperare il gap che esiste nella regione”. “Lo studio delle Consigliere di Parità della Regione Basilicata, Raffaella Ferro e Maria Rosalba Di Tolla – afferma l’assessore Chiurazzi nella prefazione del volume –  offre un quadro statistico completo dell‘applicazione dell’istituto della mobilità nella nostra regione dal 2001 al 2005, arricchito da una lettura e una interpretazione “di genere” del fenomeno e delle tendenze principali che esso manjfesta. Il dato sulla mobilità è forse quello che traduce in termini più evidenti e gravi la crisi che ha investito recentemente il sistema produttivo locale lucano nell’ultimo quinquennio, a causa degli effetti pervasivi della recessione dell’economia nazionale, alle cui oscillazioni congiunturali mostra di essere ancora eccessivamente esposto, per la bassa apertura ai mercati esteri e per la ristrettezza del mercato regionale. Una situazione che oggi sollecita le Istituzioni, il ceto imprenditoriale locale e le parti sociali ad una considerazione attenta delle criticità e debolezze emerse, mettendo a confronto anche approcci analitici diversi, per giungere ad una riscoperta delle risorse e delle potenzialità della regione e ad una nuova analisi delle strategie di sviluppo locale. Lo studio dimostra come la percentuale di ingressi negli elenchi di mobilità delle donne lucane è cresciuta nell’ultimo quinquennio fino ad allinearsi quasi a quella maschile, contestualmente alle manifestazioni più acute della crisi dell’apparato produttivo.

Un dato, che pur rendendo legittimo un elemento di preoccupazione connesso alla constatazione della tendenza alla più facile espulsione delle donne rispetto ai maschi dal processo produttivo, va comunque messo in relazione al miglioramento, negli stessi anni, dei tassi di attività e della situazione occupazionale femminile lucana, indotto in buona parte dalla spesa regionale connotata ‘al femminile’ e attivata mediante le misure del Fondo Sociale Europeo, che ha attenuato e controbilanciato gli effetti della crisi, consentendo alla Basilicata di registrare, al 2005, un tasso di occupazione femminile superiore dell’1,25% alla media delle regioni del Mezzogiorno”.

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