[Articolo di Mattia Tufariello]

Il premio, diviso in tre sezioni [Parole in libertà: Poesia/Filastrocca; Letteratura dell’infanzia: Fiaba/Racconto; Avventura: Avventura peripezia (eroe adulto)/Avventura della partecipazione emotiva (eroe bambino)], si propone di sottrarre le nuove generazioni ad una “omologazione linguistica” diffusa, in nome del recupero di una dimensione più profonda e letteraria, in cui il protagonista e l’artefice sia il bambino stesso.

”Bisogna – sostengono gli organizzatori – sottrarre i bambini al dominante motivo antropologico odierno, cioè quello dell’artificialità e dell’estraniazione del bambino da un universo fantastico umano, non esterno, alieno,  com’ è quello televisivo”.

Il lavoro premiato, “Via, alla sconfitta della paura”, è incentrato sull’esperienza della paura filtrata attraverso gli occhi e i vissuti del bambino, come si evince dalla motivazione data dalla giuria. Paura della scuola, di rimanere soli: un sentimento comune espresso in immagini e parole, rivelatesi espressive e dense di significati. La giuria ha evidenziato come emerga la “dimensione narrativa”, con un “messaggio molto vicino al vissuto dei bambini”. I giovani scrittori hanno inoltre avuto la possibilità di confrontarsi con realtà anche lontane, vista la partecipazione al concorso di scuole del nord Italia.

Le classi suddette della scuola di Lavello sono state segnalate altresì dalla critica per il lavoro “Diverso è bello”, che ha problematizzato, come rileva la giuria, con soluzioni magiche  e fantastiche, un problema vasto e complicato come quello della diversità.

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