Da uno studio del CNEL risulta che le rilevazioni dei prezzi venivano fatte già presso i Comuni con oltre 100.000 abitanti (ai sensi della legge n. 222/1927 e della legge n. 621/1975); e risulta inoltre che i Comuni (con più di 30.000 abitanti) che hanno costituito l’Ufficio di statistica sono 236, ma di questi «attualmente partecipano al calcolo dell’indice dei prezzi al consumo solo 87, di cui 19 nei capoluogo di Regione ed i restanti in quelli delle Province». In recenti comunicati Istat è detto che: «Le anticipazioni sui prezzi al consumo sono diffuse direttamente dagli Uffici comunali di statistica, che provvedono autonomamente alle elaborazione e diffusione con riferimento al proprio territorio. Gli indici sono costruiti sulla base della metodologia stabilita dall’Istat. La data di diffusione è la stessa per tutti i Comuni e coincide con il rilascio della stima provvisoria degli indici dei prezzi al consumo dell’Istat. L’ora è fissata per le 11.00». Una siffatta precisione della comunicazione e della tempistica dovrebbe prefigurare anche una reale capacità operativa diffusa dai detti Uffici di statistica. Esistono, è vero, delle eccellenze, ma il fatto che solo 87 Uffici su 236 auspicati partecipino alla rilevazione dei prezzi, crea dubbi sulla loro idoneità, come si evidenzia dalle “Osservazioni e proposte” del Cnel. Pertanto, si è ben capito che esiste un problema, ossia che spetta ai Comuni la responsabilità di istituire Uffici di statistica “idonei” o, se già istituiti, di favorirne la idoneità, specie sotto il profilo della professionalità operativa. Inoltre, la funzione statistica dei Comuni deve diventare operativa per l’ente e non essere solo punto di contatto con l’Istat per le rilevazioni previste dal Programma Statistico Nazionale – PSN. Dal Rapporto Istat 2004 presentato al Parlamento risulta che gli statistici addetti agli Uffici di Statistica sono: 58 nei Ministeri, 109 negli Enti pubblici e privati, 65 nelle Regioni, 50 nei Comuni con 100.000 abitanti; mentre i Comuni con un vero e proprio Ufficio di statistica sono solo 3.210 su 8.101, pari al 39,6% – un numero che possiamo senz’altro definire esiguo a fronte delle esigenze operative e della disponibilità di specialisti con laurea in statistica. Come sostiene l’Associazione Nazionale Statistici, per un miglior funzionamento del SISTAN (il Sistema Statistico Nazionale – che prevede la costituzione degli Uffici comunali di statistica) costituito con il D.lgs.322/1989, va attuato un coordinamento tra il Ministero della Funzione Pubblica con quello dell’Innovazione e delle Tecnologie, per quanto riguarda la professionalizzazione anche sotto l’aspetto informatico degli Uffici di statistica nella P.A., specie negli Enti locali. Al tempo stesso nei Programmi di e-Government vanno abbinati Progetti di e-Statistics e attuati specifici programmi di formazione ed assistenza tecnica on the spot.
L’indagine sul campo. Il Rapporto sulla “Consistenza e Funzionalità degli Uffici di Statistica Comunali”, è il risultato di un lavoro di ricerca condotto dall’Eurispes nel periodo aprile-luglio 2005.
Dato che in Parlamento è stata presentata una proposta di legge per la revisione del D.l.vo n. 322/89 relativo al Sistema Statistico Nazionale, l’Istituto Eurispes si è attivato per verificare il funzionamento di detto decreto, con lo scopo di sensibilizzare le autorità di Governo e parlamentari per una sua possibile revisione, come previsto nella proposta di legge n.3318 – Camera.
I contenuti della proposta di legge sono essenzialmente i seguenti:
– che l’ufficio di statistica, organizzato ai sensi del capo III del titolo II del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, abbia funzioni distinte da quelle degli altri uffici e servizi dell’Amministrazione di appartenenza; sia formato da una idonea unità di personale (staff) professionalmente qualificato in campo statistico e posta alle dirette dipendenze del responsabile dell’ente o amministrazione e che abbia risorse umane e strumentali adeguate;
– che detto ufficio, sulla base di norme di legge successive all’approvazione del D.l.vo n. 322/89, effettui il controllo statistico di gestione; controlli e certifichi i dati rilevati previsti; sia di supporto ai nuclei di valutazione esterni e verifichi, attraverso specifiche indagini statistiche, la qualità dei servizi offerti dall’ente o dall’amministrazione di appartenenza.
La ricerca è stata condotta chiedendo ai Responsabili degli Uffici di Statistica comunali di collaborare rispondendo ad un questionario, per conoscere l’essenzialità operativa dei suddetti Uffici anche in relazione alle nuove disposizioni, posteriori al D.lgs. n.322/89, che prefigurano la collaborazione dell’Ufficio di Statistica. Si fa presente che anche la Segreteria Centrale del Sistan invia un proprio questionario ai detti Responsabili per conoscere gli “Elementi identificativi, risorse ed attività degli Uffici di Statistica del sistema”, i cui risultati vengono poi presentati, in aggregato e non per singola unità di rilevazione (come nel nostro caso) nella relazione annuale del Presidente del Consiglio dei Ministri al Parlamento. I soggetti a cui sottoporre il questionario sono stati selezionati esclusivamente fra i Responsabili dei 3.009 Uffici di Statistica che risultano dagli elenchi della Segreteria del Sistan, tenendo presente che fra questi 3.009 vi sono alcuni che hanno responsabilità in più Comuni che hanno istituito uffici in forma associata, pertanto la totalità dei Comuni con Ufficio di Statistica sono 3.210. Per reperire gli Uffici di Statistica sono stati selezionati, mediante una scelta ragionata, in ordine di priorità, i Comuni capoluogo di Provincia e un Comune rappresentativo per ogni Comunità montana. I restanti uffici sono stati scelti al fine di raggiungere possibilmente il 15% dei Comuni per ogni Regione fra quelli, appartenenti agli elenchi del Sistan, con maggiore quantità di popolazione residente censita. Occorre tener presente che la percentuale di Uffici di Statistica Comunali sul totale dei Comuni varia sensibilmente da regione a regione e che per alcune Regioni non è stato possibile raggiungere la soglia prescelta del 15%; nella fattispecie il Piemonte ha un tasso di copertura pari al solo 6,5% (solo 78 Uffici su 1.206 Comuni della Regione Piemonte hanno dichiarato di aver istituito l’Ufficio di Statistica), la Valle d’Aosta dell’1,35% (solo il Comune di Aosta su 74 Comuni della Regione Valle d’Aosta ha dichiarato di aver istituito l’Ufficio di Statistica), il Trentino Alto Adige dello 0,6% (solo i Comuni di Trento e Bolzano su 339 Comuni della Regione Trentino Alto Adige hanno dichiarato di aver istituito l’Ufficio di Statistica anche se in tal caso ciò è previsto dal D.lgs. 6 luglio 1993, n.290). Pur avendo chiesto, previa telefonata, l’adesione alla ricerca a circa 1.310 responsabili degli Uffici di Statistica, sono stati restituiti soltanto 415 questionari debitamente compilati (con un tasso di risposta pari al 31,7%). È importante evidenziare, l’adesione alla ricerca di 40 Capoluoghi di provincia fra gli 87 che per il 2005 hanno partecipato alla rilevazione dei prezzi organizzata dall’Istat. L’obiettivo dello studio dell’Eurispes è stato quello di conoscere l’effettivo grado di autonomia organizzativa e funzionale degli Uffici di Statistica, la loro dotazione di risorse umane e strumentali, il coinvolgimento degli stessi nell’attività dell’ente in cui sono inseriti, alla luce anche della dichiarazione da parte dell’Istat che nella scorsa Conferenza Nazionale di Statistica (9-10 novembre 2004) ha ricordato che il settore delle statistiche ufficiali è un “bene pubblico”.Il ruolo rilevante che la funzione statistica svolge per la definizione e la gestione di politiche di governo negli Enti locali trova riscontro nel “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali” – D.lgs. 18 agosto 2000, n.267, che all’art. 14 sui compiti del Comune per servizi di competenza statale recita: «Il Comune gestisce i servizi (…) di statistica» e all’art. 54 sulle attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale: «Il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende alla tenuta dei registri (…) di statistica».
Collocazione organizzativa e risorse. La realizzazione del Sistema Statistico Nazionale – SISTAN, avvenuta mediante il D. lgs. n. 322/89, prevede l’istituzione dell’Ufficio di Statistica in un numero ampio di Amministrazioni, compresi gli Enti comunali. Se si mette in relazione il numero degli Uffici con il numero totale dei Comuni italiani, il tasso di copertura totale nazionale riscontrato con l’indagine dell’Eurispes è pari al 37,14%; mentre si rileva che il 66,3% della popolazione italiana è coperta dai Comuni con Uffici di statistica istituiti (come risulta anche dalla relazione del Sistan). L’adesione alla ricerca ha prodotto una copertura variabile rispetto alla popolazione da regione a regione, per motivi che prescindono dalla metodologia adottata e che sono da addebitare prevalentemente alla volontà di rispondere o meno ai nostri quesiti. È tuttavia importante sottolineare che a livello aggregato l’indagine Eurispes ha raggiunto una porzione di popolazione residente superiore ai 10 milioni di abitanti, che rappresentano perciò il 18% della popolazione italiana totale. Il maggior contributo è stato dato da Lombardia, Emilia Romagna e Toscana che coprono rispettivamente il 22,1%, il 12,8% e il 7,3% degli oltre 10 milioni di abitanti dei Comuni intervistati; queste sono anche le regioni nelle quali si è raggiunto il maggior numero di questionari restituiti. In particolare, considerando tre macro-aree (Nord, Centro e Sud) e sei classi di popolazione si hanno risultati a livello territoriale che evidenziano una minore adesione da parte dei Comuni dell’Italia meridionale (i rispondenti rappresentano il 9,15% degli Uffici di statistica del Sud), nonostante che più del 48% dei Comuni facenti parte del Sistan siano localizzati proprio in tale area. Inoltre, maggiore partecipazione alla ricerca c’è stata da parte dei Responsabili degli Uffici di Statistica comunali dell’Italia settentrionale (19,64% di rispondenti rispetto al totale degli Uffici di Statistica del Nord) a cui compete il 35% dei Comuni facenti parte del Sistan.
Il D.lgs. 322/89 è stato determinante per l’istituzione degli Uffici di statistica comunali; infatti i dati rilevati dimostrano che nella maggior parte dei casi, 94,2%, la data di costituzione dell’Ufficio di Statistica è posteriore al 1989. Anche se il suddetto decreto si poneva l’obiettivo, forse audace, di creare una struttura funzionale che svolgesse un ruolo autonomo e di coordinamento rispetto alle altre funzioni ed attività comunali, dalla nostra ricerca si evidenzia che solo nell’11,6% dei casi negli Uffici di Statistica comunali vi è una struttura dedicata esclusivamente alla sua funzione specifica, mentre per il restante 88,4% esso non si dedica esclusivamente a queste attività, ma dipende da altre aree funzionali. Nel caso di dipendenza da altre aree funzionali, l’Ufficio di Statistica comunale risulta essere inglobato soprattutto, 71,7%, nell’area dei Servizi Demografici; pertanto le attività dell’Ufficio riguardano prevalentemente le rilevazioni di tipo anagrafico e ciò mostra come la rilevazione dei prezzi assuma un ruolo marginale nell’organizzazione e nella strutturazione degli uffici di statistica. Da una analisi della dotazione delle risorse umane degli Uffici di Statistica comunali, dal punto di vista del numero di addetti, emerge che in molti casi (8,1%) le attività dell’Ufficio di Statistica non sono svolte da nessun addetto in modo esclusivo, ovvero le mansioni statistiche si sovrappongono ad altre di competenza degli addetti di altri uffici dell’Ente (da qui l’esistenza della modalità N. addetti=0). Nella maggioranza dei casi (44,6%) è presente un solo addetto. Analizzando la dotazione organica degli Uffici di statistica si evince che la modalità prevalente è di un solo addetto, non solo per i piccoli Comuni ma anche per quelli di maggior ampiezza demografica; partendo da questa realtà si può affermare che, per garantire la necessaria funzionalità dell’Ufficio, bisognerebbe superare tale insufficienza di risorse umane, sia negli Uffici dedicati esclusivamente alla Statistica sia soprattutto in quelli dipendenti da aree funzionali più ampie. In particolare, risulta che per i Comuni fino a 65.000 abitanti circa la metà è dotata di Uffici di Statistica con numero di addetti inferiore o uguale ad 1; per la classe compresa fra 65.000 e 100.000 abitanti più del 60% degli Uffici ha un numero di addetti inferiore a 4. Solo per i Comuni con oltre 100.000 abitanti (13 intervistati su 42) circa il 50% ha una dotazione organica superiore alle 5 unità, tuttavia all’interno della stessa classe si risconta che in oltre il 20% degli uffici il personale addetto non supera le 3 unità. Circoscrivendo questo tipo di analisi solo agli uffici la cui struttura è esclusivamente dedicata alla funzione statistica, le risorse umane non sono adeguate all’ampiezza demografica considerando che anche per Comuni di medie dimensioni (tra 20.000-65.000 abitanti) oltre il 50% ha un solo addetto.
Se invece si va ad indagare l’esistenza del profilo di esperto statistico, si scopre che il titolo di studio del responsabile dell’ufficio solo in 20 casi corrisponde alla laurea in Scienze Statistiche. Dalle risposte riguardanti la qualifica professionale emerge che la modalità prevalente è quella più alta prevista nel settore pubblico, articolata in più livelli professionali. L’alto numero di risposte mancanti a tale quesito, (35), va interpretato alla luce del fatto che spesso il ruolo del responsabile dell’Ufficio è ricoperto dal Segretario comunale la cui qualifica non sempre è riconducibile ad una delle suddette. Inoltre, come prevedibile, a un titolo di studio più elevato corrisponde generalmente una qualifica professionale più alta. La mancanza di personale con qualifiche di carattere statistico si riscontra anche in altri ambiti funzionali dell’Ente: si registra la presenza di un altro statistico (escluso il Responsabile) in 39 casi e fra questi ben 13 soggetti svolgono mansioni del tutto estranee alle competenze di tipo statistico. Le attività di formazione di carattere statistico riguardano il 64,3% circa di coloro che hanno dichiarato di partecipare a corsi di formazione o aggiornamento. Tale risultato non deve far perdere di vista la necessità di colmare all’interno dell’Ente il gap formativo specifico: infatti l’assenza di corsi di aggiornamento di tipo tecnico resta comunque alta, ovvero pari al 59%. La capacità di tradurre il dato statistico in informazione passa attraverso la disponibilità e la capacità di utilizzo di risorse strumentali adeguate, in primis di tipo informatico sia sotto il profilo hardware che software. La partecipazione ai Programmi di e-Governemnt da parte dell’Ente è stata dichiarata dal 56,8% degli interlocutori intervistati. Tuttavia, solo il 27,3% degli Uffici di Statistica comunali è coinvolto nei suddetti programmi e una percentuale ancora più bassa ossia il 12,8% ha attività statistiche connesse con i programmi di e-Government. Il limitato coinvolgimento degli Uffici di Statistica comunali ai programmi di e-Government si riflette evidentemente anche sull’operatività dell’Ufficio stesso, tanto che il 39% (160 uffici su 410 risposte, 5 mancanti) dei rispondenti ha ritenuto di non possedere risorse strumentali necessarie per la propria attività oltre a non avere soggetti capaci di gestirle. La dipendenza dell’Ufficio da altre aree condiziona anche la dotazione di programmi informatici esclusivi per le sue attività: solo la metà, 50,1% (206 uffici su 411 risposte, 4 mancanti), dei responsabili interpellati ritiene di essere munito di programmi informatici sufficienti.

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