[Articolo di Lucia Pia Caggiano]

Nel corso del periodo medievale e l’arrivo delle truppe turche in Europa il papato, a difesa della fede cristiana, bandì varie Crociate. In tale ambito si ritagliò un ruolo preminente la figura di Gerardo La Porta di Piacenza, giovane religioso giunto in terra lucana a sostegno delle povere popolazioni contadine, afflitte dalla fame e dalla miseria. In tale contesto Gerardo divenne vescovo, amato dagli abitanti e venerato fino ai giorni d’oggi, tanto che al santo piacentino è dedicato il duomo del capoluogo di regione. La presenza del Vescovo piacentino è documentata tra i secoli 16° e 17°.

La cattedrale, in tempi remoti, era dedicata a Maria SS. Assunta e poi intitolata a San Gerardo vescovo, patrono della Diocesi. Il duomo fu realizzato in stile neoclassico, a croce latina, unica navata. Negli anni ’60 furono rinvenuti i resti di un pavimento musivo, policromo, risalente al IV-V secolo d.C.. Nel XIII secolo il vescovo Bartolomeo fece rifare la facciata in pietra. Il coro ligneo e l’organo del ‘700 furono distrutti nel XX secolo e poi ricostruiti; l’attuale altare maggiore risale al XVII secolo, collocato al centro del presbiterio, è in marmo a intarsio policromo. Al lato sinistro del presbiterio oggi si scorge la cappella del SS.MO, in marmo, sovrastato da ciborio in alabastro, un tempietto, colonne, drappeggio barocco e cinque angeli; sotto la mensa è custodita la reliquia di Santa Gianuaria. Nel transetto destro si erge inoltre la cappella di San Gerardo, con un altare, una statua lignea del secolo XV e l’urna con i resti del santo. Tra gli altri elementi di rilievo bisogna menzionare il pregiato portale laterale, che contiene otto pomelli in bronzo, raffiguranti l’annunciazione alla Vergine, annunciazione, natività, morte e risurrezione di nostro Signore, San Gerardo e gli stemmi vescovili e papali. Il bronzeo portale centrale di G. Niglia rappresenta in aggiunta un altro elemento prezioso e raffigura la resurrezione di Cristo, circondato dai quattro evangelisti.

La volta della cattedrale è ornata da affreschi di notevole qualità, eseguiti da Mario Prajer nel 1934,  i quali ricoprono le quattro volte a botte lunettate e la cupola. Nella prima volta è raffigurata la cacciata dal Paradiso terreste, nella seconda si scorge Gesù crocifisso, nella terza emerge la figura di San Pietro e nella quarta volta di nuovo Cristo. Tutte le volte sono impreziosite da figure di angeli, santi e profeti. La cupola custodisce la raffigurazione della Vergine e di San Gerardo.

La scoperta e la conoscenza dei monumenti locali è utile al fine di valorizzare i prodotti, le tradizioni, gli usi e i costumi della terra lucana, non di rado relegata nel dimenticatoio e non valorizzata abbastanza, tanto da considerare frequentemente migliori i prodotti di altri territori. Dar valore al proprio paese, senza cadere in forme di estremismo o giudizio e critica verso l’altro, permette di vivere in un mondo migliore, poiché più amato e custodito.

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