Si intravede uno spiraglio verso la conclusione dell’annosa vicenda legata alla Pinacoteca D’Errico di Palazzo San Gervasio. La Corte Costituzionale, con l’Ordinanza n.81 depositata in Cancelleria il 2 marzo scorso, ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale Civile di Potenza. Un provvedimento che, se non altro, ha il merito di far tornare a respirare un clima di fiduciosa attesa tra la comunità di Palazzo San Gervasio dove, dal giugno 1996, si attende di mettere la parola fine alla querelle sulle opere raccolte nelle prestigiosa Collezione D’Errico. Una diatriba durata anni che vede contrapporsi da un lato l’Ente Morale “D’Errico”, e dall’altro la Soprintendenza di Matera ed il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Oggetto del contendere: una straordinaria collezione di opere d’arte raccolte nel tempo dal Cavalier Camillo D’Errico, originario del piccolo centro lucano, lasciate in eredità a Palazzo San Gervasio.

Una vicenda che ha vissuto, negli ultimi anni, un’impennata d’interesse senza precedenti. Punto cardine è, sicuramente, la sentenza non definitiva del 28 ottobre-19 dicembre 2002 con la quale il Tribunale Civile di Potenza riconosceva l’Ente Morale quale unico ed esclusivo proprietario della Pinacoteca. Il 6 giugno del 2003, però, lo stesso tribunale sollevava una questione di legittimità costituzionale rispetto agli articoli 1 e 2 della Legge 1082 del 1939 (ai più nota come Legge Bottai), con la quale si disponeva il trasferimento della collezione da Palazzo San Gervasio a Matera. Secondo il Giudice Civile, i due articoli in questione sarebbero stati lesivi del principio di uguaglianza, del diritto di proprietà e dei suoi corollari (come il diritto di disporre dei propri beni o di fissare la propria sede in qualsiasi parte del territorio nazionale) ostacolando, di fatto, la restituzione dei quadri al legittimo proprietario. La vicenda approda, quindi, alla Corte Costituzionale che, con la ricordata Ordinanza n.81, ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale che, così come posta, è stata ritenuta “palesemente irrilevante”.

“Questo significa”, ha dichiarato l’avvocato dell’Ente Morale D’Errico, Giancarlo Viglione, “che la restituzione dei quadri all’Ente non è limitata dalla legge che ne permise il trasferimento. La Corte”, ha proseguito Viglione, “dichiarando irrilevante la questione accoglie, sostanzialmente, quella che era stata la nostra iniziale impostazione”. Come hanno spiegato, nel corso di una conferenza stampa all’indomani del pronunciamento della Consulta, il Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Ente nonché Sindaco di Palazzo San Gervasio, Antonio Amendola, il Consigliere, Giuseppe D’Errico, e l’avvocato Viglione, l’azione di rivendicazione della Collezione da parte della municipalità aveva avuto come presupposto la considerazione della Legge Bottai alla stregua di una “legge-provvedimento”, vale a dire di un gruppo di norme che sancivano solo il trasferimento della Pinacoteca da un posto all’altro e niente di più. “Se l’Ente Morale è stato dichiarato proprietario”, ha concluso Viglione, “il passo conseguente, quello cioè della restituzione, non è intaccato dalla legge”.

La questione torna, così, nelle mani del Tribunale Civile di Potenza che, oltre a prendere atto della decisione della Corte Costituzionale, dovrà adottare la sentenza definitiva. “C’è una proficua collaborazione con la Soprintendenza di Matera”, ha affermato Antonio Amendola, “e con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Abbiamo ottenuto altri 422 mila euro, che si aggiungono ai precedenti 500 mila, per il Palazzo D’Errico. C’è la massima collaborazione per la valorizzazione dei quadri”, ha concluso Amendola, “che è la cosa che a noi sta più a cuore”. Si attende, dunque, la decisione del tribunale potentino che, tenendo conto dei tempi tecnici, è prevista entro qualche mese.

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