Si è inaugurata venerdì scorso, 25 febbraio, la mostra antologica "Carlo Levi a Matera. 199 dipinti ed una scultura" che Palazzo Lanfranchi, sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata, ospiterà nelle sue sale fino al prossimo 10 luglio. Una mostra promossa ed organizzata dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico della Basilicata in collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, il Centro Carlo Levi di Matera e l’Amministrazione Comunale della città dei Sassi. Una vera e propria antologia sulla produzione pittorica di Levi, che comprende i dipinti realizzati nel periodo che va dal 1922 al 1974, per la prima volta in esposizione presso Palazzo Lanfranchi.

Tutte le opere, infatti, sono state concesse in comodato dalla Fondazione Carlo Levi di Roma alla Soprintendenza lucana che, dal suo canto, le ha sottoposte ad un intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria prima di procedere all’allestimento dell’esposizione. Nella sala del museo intitolata all’artista, accanto alla monumentale tela "Lucania 61" realizzata da Levi in occasione delle celebrazioni torinesi per il centenario dell’Unità d’Italia, trovano collocazione il maggior numero di opere, tra cui l’unica scultura presente, una testa in bronzo raffigurante un autoritratto dell’artista dalla datazione incerta. Ma l’esposizione non intende, soltanto, rinsaldare l’indiscusso rapporto tra il pittore-medico-scrittore torinese ed il territorio della Basilicata (tra il 1935 ed il 1936 visse il suo confinio politico tra Aliano e Grassano), quanto piuttosto offrire uno sguardo d’insieme che attraverso i volti, le fisionomie, i paesaggi lucani, i ritratti degli altri artisti ed intellettuali, ed i corpi delle donne amate, ci restituisca un’idea sull’universo intellettuale di Levi.

La mostra, infatti, comprende una vasta produzione pittorica che spazia dalle opere dei tardi anni venti, tra cui molte di ispirazione francese, alla collezione di dipinti dedicati alle città amate da Levi, come Torino, Parigi, Alassio, sino a giungere ai ritratti dei personaggi del mondo politico ed intellettuale del tempo. Ne emerge un Levi giovanile, attento alle tendenze d’avanguardia, premessa fondamentale per quell’impatto emotivo che la Basilicata riuscì ad avere sulla creatività del pittore torinese e che egli straordinariamente sintetizzava in "umili sono i colori di questa terra, e proprio in questa umiltà sta la sua bellezza".

"La forza dell’opera di Levi in Basilicata", ha dichiarato il Soprintendente Paolo Venturoli, "si comprende anche pensando ad un uomo colto e di formazione internazionale che, appena arrivato al Sud, comprese subito l’istanza meridionalista e ne fece un elemento creativo". Oltre al Soprintendente, erano presenti alla cerimonia di inaugurazione anche il Direttore Generale per i Beni e le Attività Culturali della Basilicata, Paolo Scarpellini, la Direttrice del Museo Lanfranchi, Agata Altavilla, la Direttrice del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza lucana, Apollonia Basile, il Presidente del Centro Levi di Matera, Nicola Strammiello e l’Assessore alla Cultura del Comune di Matera, Michele Morelli. A finanziare l’allestimento, 30 mila euro provenienti dai fondi ministeriali della Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanea (Darc). Al catalogo, edito dalla Donzelli, ha collaborato anche Pia Vivarelli, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università Orientale di Napoli. Giunto, inoltre, a margine dell’incontro l’annuncio di un imminente accordo con gli eredi di Luigi Guerricchio per ospitare presso Palazzo Lanfranchi le opere dell’artista e per aprire, si spera a breve, una sezione fissa del Museo da dedicare all’arte lucana del ‘900.

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