I pozzi di petrolio che la società Esso SpA intendeva realizzare sulle vette dei monti lucani, nei pressi del rinomato Monte Caperrino, non molto distante dai territori del Parco regionale Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane, non saranno più concretizzati, dato che il terreno appare impervio, situato nei pressi di un Parco regionale, il greggio non sembra essere di buona qualità, le popolazioni locali protestano ed esistono altri luoghi in cui è presente l?oro nero? L?olio minerale lucano in questo caso può restare nei meandri del sottosuolo?
Dagli studi che furono intrapresi e condotti dal gruppo Peal petroleum consultants, per conto della stessa società petrolifera, emergeva che il pozzo era realizzabile, eppure a distanza di poco tempo s?è verificata una svolta radicale, così la coltivazione di idrocarburi prima era concretizzabile, nonché compatibile con le risorse del luogo, poi non più, almeno nei pressi del Monte Caperrino.

L?intricata e complessa vicenda del petrolio lucano sembra non avere però un epilogo definitivo e nuovi accordi tra imprese, vertici regionali e nazionali sono stati siglati, così altro greggio verrà estratto dal sottosuolo della Basilicata. Mutano gli attori e i territori, ma la trama appare simile. Questa volta la protagonista principale è la Total Italia SpA e i luoghi oggetto della trattazione sono situati al sud della regione, non molto distanti da Monte Caperrino.
Lo scorso 18 novembre 2004, in effetti, presso la sede del Ministero delle Attività Produttive, a Roma, è stato stipulato l?accordo sull?utilizzo del combustibile liquido in Lucania, tra l?ente Regione e la società Total Italia SpA. Erano presenti il sottosegretario di Stato G. dell?Elce, l?ingegner D. Martino in qualità di delegato del suddetto dicastero, il presidente della Regione Basilicata F. Bubbico, gli Assessori E. Restaino e G. Fierro, infine i rappresentanti della compagnia petrolifera, i signori L. Levha, R. Aimerito, A. Lotteri e D. Pagliara. La Total SpA quale ?rappresentante unica della concessione di coltivazione di idrocarburi denominata ?Gorgoglione? ha presentato al Ministero delle Attività Produttive un programma organico di sviluppo petrolifero nell?area dell?Alto Sauro (cit. p. 1)?.

L?accordo mira a utilizzare la risorsa petrolifera, in modo da connetterla a un?adeguata politica energetica, valorizzare i luoghi, gli habitat naturali, senza intaccare il territorio del nascente Parco Nazionale della Val d?Agri-Lagonegrese, compreso il territorio del Monte Caperrino. Le attività estrattive devono essere attuate utilizzando le più moderne tecnologie, per garantire livelli di massima tollerabilità, con interventi di compensazioni ambientali, per sanare le alterazioni delle aree in esame, imposte dalla coltivazione degli idrocarburi, così che la compatibilità ambientale, nonché la sostenibilità socio-economica dovrebbero essere garantite (cfr. p.1).
Le parti sono a favore dell?ambiente, così da puntare sullo sviluppo e sulla tutela dei luoghi, sfruttando le risorse energetiche locali, ma le estrazioni, il trasporto del greggio, sono realmente compatibili con l?ambiente? Le popolazioni sono concordi? Il petrolio già estratto in Basilicata ha prodotto sviluppo e progresso? Qualche ragionevole dubbio sorge in proposito e nel frattempo le associazioni ambientaliste Legambiente, Lipu, WWF e SOS Lucania, chiedono ai vertici regionali un incontro per esaminare il predetto accordo tra la giunta regionale e la Total Italia SpA.

Le suddette associazioni credono sia necessario un confronto con le parti sociali e la cittadinanza, prima di siglare degli accordi che muteranno la situazione lucana. In merito si pronuncia anche il partito della Rifondazione Comunista, il quale considera l?accordo siglato un ?atto grave e negativo?, sancendo il proprio diniego alle estrazioni del petrolio in Lucania?

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