“Le nuove tecnologie allargano gli orizzonti della comunicazione” Che frasone! Almeno per una volta ci consentiamo e azzardiamo – forse in modo un po’ superficiale – un confronto con quelle che sono le previsioni circa il futuro della società della “Nuova Europa”. Lo sa bene il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri che a spada tratta difende la possibilità di esportare la nostra cultura, la cultura del Mezzogiorno tra i giovani di altri Paesi Europei.

A tale proposito, sono previsti degli incentivi per le regioni del Sud Italia, per favorire il confronto con altre culture attraverso le nuove tecnologie, attraverso la rivoluzione dei codici della comunicazione quotidiana. Si tratta di tecnologie avanzate che già permettono di comunicare in tempi rapidissimi e con la massima diffusione e di raggiungere anche i centri più piccoli. Tutto questo grazie al piano di sviluppo della banda larga, internet veloce, e del digitale terrestre.

Quando i sistemi si saranno perfettamente integrati fra di loro sarà possibile ricevere informazioni su scuole, università, lavori anche di altri Paesi Europei. Si potrà così conoscere la nuova Europa e dimostrando così di essere protagonisti. Il Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma venerdì 14 maggio, ha discusso di questi argomenti durante una conferenza dedicata alle prospettive e criticità della televisione digitale.

Guardando alla storia dei media e delle tecnologie, dove spesso le applicazioni di successo prendono strade diverse da quelle previste, risulta dubbia la pretesa di imporre l’adozione di una tecnologia e di una modalità di fruizione innovativa. Incentivi governativi o provvedimenti che spengano la tv analogica possono forse incidere sulla disponibilità di tecnologia, ma certo non saranno sufficienti a determinare l’utilizzo che ne faranno gli italiani. Ciò che pare rilevabile nella fase attuale è proprio una spinta verso l’acquisizione della tecnologia del tutto disgiunta non solo da una programmazione innovativa che ne renda la fruizione appetibile, ma anche da requisiti minimi della tecnologia stessa che ne rendano semplice e non conflittuale l’utilizzo.
L’interattività vera, comunque, è ancora molto lontana, se con essa intendiamo una reale possibilità di azione sui contenuti offerti o modalità di risposta e di partecipazione realmente significative per l’utente.

La realtà più dinamica, dal punto di vista dei servizi e dei contenuti innovativi, pare essere quella locale. Le televisioni locali, infatti, scorgono nel digitale terrestre un’effettiva opportunità per ampliare il proprio business ed hanno avviato numerose sperimentazioni di un certo interesse. Il settore che apre più prospettive innovative, ad oggi, sembrerebbe quello dei servizi al cittadino. Su questo fronte, infatti, pur non essendo al momento disponibili materiali significativi, si stanno muovendo numerose Amministrazioni Locali e Centrali.. Si tratta di un’interazione tutt’altro che intuitiva che, almeno inizialmente, può disorientare anche utenti tecnologicamente alfabetizzati.
In numerosi paesi europei (e anche negli Stati Uniti) la sperimentazione della televisione digitale terrestre è stata avviata con notevole anticipo rispetto a quanto sta avvenendo in Italia. In Gran Bretagna, ad esempio, la sperimentazione ha avuto inizio nel 1997. Le esperienze internazionali, in larga misura fallimentari, hanno spesso visto le società coinvolte fallire o i Governi revocare alcune delle licenze assegnate.

Per questo motivo tali realtà dovrebbero essere analizzate con attenzione, per evitare che anche nel nostro paese si compiano gli errori già osservati in molti altri paesi europei. I dati relativi alla copertura riportano che, attualmente, circa il 50% della popolazione italiana è raggiunto dal digitale terrestre. Non siamo in grado di verificare o smentire tale dato. Possiamo però sottolineare che è molto difficile ricevere il segnale anche nelle zone potenzialmente coperte.

Andando sul sito www.dgtvi.it potrete verificare direttamente che tipo di copertura ha la vostra città, in futuro sarà possibile fare lo stesso esperimento addirittura per quartiere.

Il confronto con le nuove tecnologie non è facile condizione, sono già presenti fenomeni “digital divide” vale a dire il divario tra gli individui, le imprese, le istituzioni, le regioni e le società che hanno le condizioni materiali e culturali per operare nel mondo digitale e quelli che non le hanno o non sono in grado di adattarsi alla velocità di cambiamento. Questi processi alla fine dipendono dall’azione umana, dalla capacità di generare un processo di apprendimento sociale, e dipende dalle capacità delle nazioni e degli attori sociali di adattarsi alla velocità con cui si rigenerano i nuovi media nel processo di cambiamento.

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