Nota biografica su Albino Pierro

Nasce a Tursi, in provincia di Matera, nel 1916, in una raffinata famiglia di giuristi e professori. Una forte pulsione lo spinge fuori dalle mura domestiche per calarsi ed ascoltare i suoni e le parole della sua gente. Il poeta ama ascoltare il dialetto:

?Io ne ero incantato.
Mi piaceva ascoltarlo dai contadini?

L?uso linguistico dialettale gli garantisce la diffusione della sua opera anche all?estero.Le sue liriche sono state tradotte in varie lingue e vasta è la sua produzione poetica; tra le sue raccolte:

?Mia madre passava? (1955)
?Il paese sincero? (1956)
?Il transito del vento? (1957)
?Appuntamento? (1967)

Rivelatrice della convergenza di Pierro verso i miti della memoria è ?A? terra d?u ricorde? (La terra del ricordo) del 1960, cui seguono nel 1963 ?Metaponto e l?innamurète? (Gli innamorati), ?Nd?u piccicarelle di Turse? (Nel precipizio di Tursi) 1967; ?Eccò ?a morte?? (Perché la morte) 1969; ?Famme dorme? (Lasciami dormire) 1971; ?Curtelle a lu sòue? (Coltelli al sole) 1973; ?Dieci poesie in dialetto tursitano? (1981); ?Si po? nu jurne? (Se poi un giorno) 1983.

La madre muore poco dopo la sua nascita. Educato da due zie, sin dalla prima infanzia, comincia ad avere una salute spesso malferma e cagionevole e per un grave problema agli occhi diventa quasi cieco.

Il buio gli fa compagnia per intere giornate e nel silenzio della sua stanza impara a far parlare la voce del cuore. Oltre alla poesia, un amore incommensurabile riempie la sua anima: la lettura.

?A me piaceva leggere, non studiare.
Non ero un buon allievo?

Nella sua ricca biblioteca non fa altro che ricreare un mondo ideale attraverso la lettura di scrittori stranieri, Shakespeare, Doestoevsky e si cimenta nella lettura della Bibbia in lingua tedesca.

Albino Pierro ha sempre scritto in italiano ma un giorno, senza averlo deciso anticipatamente, di getto comincia a stendere versi in tursitano: ?Prima di parte?, ?Prima di partire?. Sei mesi dopo compare la prima raccolta in dialetto ?A terra d?u ricorde?.

Quale modo migliore per esprimere e rappresentare emozioni, riso, pianto, gioia e dolore se non l?umiltà e la spontaneità del parlare proprio della gente comune?

Il dialetto diventa comunicazione d?una pienezza esistenziale traducibile in forte espressività riscontrandovi ricchezza lessicale, capacità di descrivere e trasmettere emozioni. L?eterogeneità propria delle forme dialettali dà particolari coloriture in cui si distilla l?essenza più segreta di idiomi intraducibili per spontaneità e creatività.

Nel 1973 viene pubblicata ?Curtelle a lu sòue? oggi scelta da Domenico Brancale e Tobias Eisermann, insieme all?editore Clemens-Tobias Lange per una raccolta contenente trentanove poesie pierriane per la prima volta tradotte in tedesco.

In essa compaiono le liriche più significative di Pierro: ?Le porte scritte nfàcce?, ?Nun ci pozze accustè?.Oltre al testo in lingua tedesca e in dialetto tursitano a fronte, vi è una sezione che riporta la traduzione in italiano.

L?eco di Albino Pierro risuona dappertutto coesistendo con un?idea di poesia vista come dono e come sola eredità per il mondo. Il suo obiettivo non è quello di lasciare ?qualcosa? nel tempo bensì donare ?qualcosa? allo svolgersi del tempo.

Scoprire Pierro oltre i confini nazionali, traducendolo in altre lingue ci consente di farlo gravitare al di là della realtà umana e linguistica tursitana riscoprendo poeticamente, sotto una luce diversa, frammenti ora sparsi, ora raccolti della sua intensa esistenza.

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