Con il nobile artista lucano Enzo De Filippo, tra una birra ed un caffè, ho avuto vari incontri ricchi di discussioni accese e di ricordi, ma per due volte soltanto ho potuto coglierlo nel mondo delle sue opere, col sottofondo piacevole dei suoi sorrisi e dei suoi colori. Nasce così l?intervista che segue.

Tra il 1984 e il 1985 il pittore lagonegrese partecipò ad una interessante kermesse di arte, cinema moda, musica, letteratura e magia organizzata presso l?Hotel La Meridienne di Roma dall?Associazione culturale Vittorio Sereni. Le doti di Enzo De Filippo venivano presentate così:

?Più o meno acceso di luci e di colori d?un?impronta impressionistica ed emozionale quasi intuizione vangoghiana. Tale carica narrativa e questo affollamento di immagini rosse, azzurre, viola e gialle rispecchiano il carattere dell?artista tutto preso ad esternare un mondo interiore fatto di inquietudini e speranze??.

Maestro, ci racconti la sua esperienza negli anni?
Sono un pittore autodidatta. Già dall?età di dieci anni, quando iniziano ad uscir fuori le passioni di un bambino, avevo una particolare predisposizione per il disegno. La mia insegnante capita la mia indole faceva di tutto per procurarmi scatole di colori e mettermi in condizione di esprimermi. Mi spronava ad uscir fuori dal guscio e ammirava i miei primi lavori dandomi sempre il massimo dei voti. Le sono tuttora riconoscente. Col passare del tempo ho dovuto fare delle scelte dal punto di vista didattico e siccome all?epoca non c?era la possibilità di iscrivermi ad una scuola d?arte decisi di iniziare un percorso diverso in una scuola professionale di Lauria. Ma continuavo a dipingere senza perdermi d?animo.

Qual è stata la Sua prima apparizione in pubblico?
Risale al 1973 nelle sale di Palazzo Corradi. Decoravo piatti e bottiglie vecchie che vendevo rispettivamente a 2000 e 1000 lire al pezzo. Ogni oggetto ripercorreva tematiche culturali e sociali. Devo dire che non ho avuto subito un riscontro positivo con la gente del posto che evidentemente non apprezzava e stentava a capire. Ma, fu proprio in quella occasione che incontrai un certo Antonio Pergoli, che passando per Lagonegro rimase contento di quello che proponevo al pubblico e decise di comprare un po? di oggetti. Mi disse che non era facile cambiare la mentalità delle persone; mi invitò a partire, di trovare fortuna altrove cogliendo in me carattere e creatività racchiusi in un vulcano in eruzione.Grazie ai suoi soldi comprai i primi strumenti, le prime tele vuote.

Si ricorda la prima tela?
Si. La intitolai ?Gioia di vivere? e rappresentava l?uomo e il volo verso l?infinito.

A quel punto decise di partire?
Certo. Era il 1983. Arrivai a Pesaro dopo un viaggio allucinante con la mia Opel Kadett vecchio tipo. Fu un successo, perché vendetti la metà dei quadri esposti e persino il Resto del Carlino Marche fece luce sulla mia esperienza ed arte. Iniziai un percorso affascinante che mi portò in giro per l?Italia ed anche all?estero. Ricordo con piacere le mostre organizzate in Germania ed in Francia.

A proposito di ricordi, quali sono quelli più belli?
Gli incontri curiosi con Rossano Brazzi, Alberto Sordi, Alberto Moravia, Carlo Giulio Argan, Tinto Brass, Stefania Sandrelli. Molti di loro custodiscono anche delle mie opere. E poi, mi piace ricordare qualche riconoscimento come il Busto di Davide (1981) e il Dio Pan (1982) a Firenze, il Virgilio d?Oro (1980) e il Leonardo Da Vinci (1981) a Milano, la Targa Colosseum a Roma (1991) vinto a suo tempo anche da Remo Brindisi e Renato Guttuso, il Premio Cannes al Festival di Cannes nella sezione arte (1993).

E qualche piccolo rammarico?
Uno posso dirtelo. Il 18 settembre 2001 dovevo esporre al diciottesimo piano di una delle due Torri Gemelle, ma purtroppo una settimana prima furono distrutte. Il quadro che dipinsi più tardi, ?Omaggio a New York?, è stato acquistato qualche tempo fa proprio da un newyorchese.

Cos?è per Enzo De Filippo l?astrattismo?
E? il pensiero. E? tutto ciò che la mente umana vede. La fusione di luce e di colori. Imporre il pensiero creativo sulla tela.

Lascerebbe definitivamente la sua Basilicata?
Mai. Perché nonostante alcune incomprensioni di percorso ho sempre creduto in me stesso e nella mia forza?

SalutandoLa vorrei invitarLa a svelarci un po? del Suo prossimo futuro?
Sono in preparazione alcune mostre a Palermo, Treviso, Bari e Milano. Quest?ultima racchiuderà le opere degli ultimi miei trent?anni.

Esco dallo studio di Enzo De Filippo con il suo ennesimo omaggio: ?Ricerca verso la Vita?.

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