La Pinacoteca provinciale di Potenza ospita, dal 10 ottobre al 17 gennaio,

un?insolita mostra pittorica comprendente le opere più importanti e peculiari

dei maggiori artisti del primo Novecento italiano, sintetizzando le varie

tecniche pittoriche, dalla metafisica all?espressionismo, dall?impressionismo

al cubismo.

L?esposizione si apre con le tele di Giacomo Balla (1871-1958), il

quale inizialmente predilige riprodurre soggetti così come essi sono dal vivo,

poi passa a un tipo di pittura realistica di matrice sociale. In Villa

borghese dal balcone (1904) l?artista raffigura il paesaggio che egli scorge

dal proprio ballatoio. Il dipinto ha uno stile impressionistico, riproduce,

infatti, le emozioni, i sentimenti che l?io capta nello scorgere il paesaggio

antistante la dimora. Belfiore (1924) è il frutto di un?ulteriore evoluzione

artistica, in quanto Balla raffigura un vaso di fiori come fosse stato

immortalato da un negativo di una foto, con contrasti vivi e accesi di forme e

colori.

Amedeo Modigliani (1884-1920) è presente all?esposizione con il dipinto

Giovane seduta (1905), realizzato impiegando una tecnica a macchie, che

rievoca l?espressionismo; tale pittore è fondamentale per la mostra, in quanto

autore del dipinto divenuto l?essenza dell?intera rassegna, Il ritratto di

Anna (1918-1919), un olio su tela, per la prima volta in Italia e raffigurante

il busto di una dama terribilmente infelice. Ella è posta al centro del

quadro, a voler acuire e accentuare il senso di tristezza proprio attraverso

l?essenzialità del dipinto, il quale è privo di ornamenti e abbellimenti di

sorta. Finanche l?abito della dama è scarno, essenziale, vaio. La prestigiosa

opera è arrivata da New York a Potenza, scortata da Bari, dai Carabinieri del

Nucleo tutela patrimonio artistico del capoluogo pugliese. La tela appartiene

a un collezionista statunitense ed è stimata intorno ai 5 milioni di

euro.

Umberto Boccioni (1882-1916) in Periferia di città (1909) raffigura una

comune banlieue cittadina, caratterizzata dalla predominanza del verde e dalla

natura incontaminata; questi elementi puri sono minacciati dal fumo,

dall?abuso delle tecnologie, dalle industrie, componenti leggermente abbozzati

in un angolo del dipinto, eppure illuminati da una forte e accesa luce, quella

del novello progresso in crescita galoppante. Attraverso il dipinto sembra che

Boccioni voglia descrivere il timore di una rapida, brutale e incontrollata

ascesa evolutiva, che sta verificandosi di fronte ai suoi globi oculari

impotenti. Nel Ritratto di madre (1909) l?artista dipinge in chiave futurista

la genitrice. Ella è impressa su tela in modo rapido e fugace, come

l?evolversi delle tecnologie a cui egli si ispira. La donna è in effetti senza

occhi, il vestito è realizzato con una variopinta varietà cromatica, è come se

il colore fosse scomposto, in quanto attraversato da un prisma.

Felice Carena (1879-1966) realizza un?opera simbolista intitolata La

perla (1908), in cui egli raffigura la propria amante priva di volto, al fine

di celarne l?identità e, per non renderla un mero corpo, ella ha le fattezze

di una figura scolpita dal colore perlaceo, marmoreo, forte, saldo, eppure dai

contorni quasi evanescenti. Felice Casorati in La donna (1918-19) traspone il

proprio dolore, provato in seguito al suicidio paterno e realizza una tela

metafisica in chiave realistica. Si scorge una dama, dal volto afflitto,

dall?abito scuro, accomodata su una seggiola, mentre attende degli invitati

che probabilmente non giungeranno mai ad accomodarsi al banchetto da lei

allestito.

Ma la mostra non finisce qui?

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