Potremo mai capire perché avvengono disastri immani, sconvolgimenti inaspettati, rivoluzioni geologiche?
La scienza è riuscita a spiegarlo, ma noi, semplici esseri umani, ancora una volta ci chiediamo: “Perché?”
Per quale motivo la Mater Natura così benevola si trasforma in Mostrum Natura? Travolgendo al suo passaggio esili vite e gettandole nella disperazione, lasciando solo umide lacrime?…

Nel nostro Meridione a turbare il quieto scorrere del vivere quotidiano c’hanno pensato, ormai da millenni: eruzioni vulcaniche, maremoti, frane, alluvioni e, naturalmente, i terremoti.
A tal proposito mi viene in mente mia nonna: la sua più grande paura era il terremoto. Era Irpina e dopo gli eventi dell’80 e dell’82 subì uno shock così violento che la fobia del terremoto non l’ha abbandonata più, fino alla morte.
Il trauma subito da mia nonna è il trauma che hanno subito milioni di persone: sotterrate sotto le macerie, private dei loro affetti, orfane delle proprie case e delle proprie città.
La ricostruzione, dopo quei tragici fatti, non è stata facile: quella delle abitazioni è andata a rilento; quella della “memoria” non è stata per niente scalfita dalle ombre degli anni.
Il timore di nuovi sismi è sempre vivo nella popolazione, che alterna periodi di relativa calma a periodi di crescente allarmismo. Un atteggiamento, questo, giustificatissimo e totalmente condivisibile.
Abitiamo, purtroppo, in una regione a rischio per la forte attività sismica.
Quando, nel 1998, mentre ero a tavola con la mia famiglia il mondo attorno a me iniziò a tremare e i calcinacci iniziarono a cadere dal soffitto, l’impatto con l’evento fu tremendo: osservavo negli occhi degli altri paura e incredulità!
Nel 1998 le nostre case sono state colpite nuovamente nelle loro fondamenta e noi stessi nelle nostre certezze…
Il terremoto del ’98 ha provocato ingenti danni alle abitazioni private e alle infrastrutture pubbliche richiedendo un intervento immediato da parte dello Stato. Ma si sa…, nel nostro “assurdo bel Paese” tutto avviene a scoppio ritardato e per i finanziamenti abbiamo dovuto aspettare tre anni.
Alla fine però sono arrivati: la metà dei fondi sono pronti e sono state già distribuite le quote ai Comuni. I finanziamenti, logicamente, sono stati divisi a seconda dell’entità dei danni.
I paesi più colpiti, infatti, (Rivello, Lauria, Trecchina, Castelluccio Sup. ed Inf., Latronico, Viggianello, Lagonegro, San Severino Lucano e Maratea) hanno ricevuto cospicue quote con cui speriamo si intervenga al più presto per sanare le profonde ferite inflitte ai cuori dei nostri piccoli paesi.
La burocrazia, in questi momenti, è la peggior nemica. Bisogna, perciò, agire velocemente e in maniera risoluta dispensando i soldi ai cittadini che hanno subito danni alle loro abitazioni e controllando che questi soldi vengano spesi e spesi “bene”. È indispensabile che le strutture pubbliche danneggiate, specialmente quelle che racchiudono grandi tesori artistici tra le proprie mura e rivestono una importanza storico – culturale insostituibile per le nostre origini siano, immediatamente, restaurate con interventi mirati che vadano a richiamare “staff” competenti di belle arti e non i soliti “imbianchini” incapaci, deturpatori dei nostri semplici, ma stupendi centri storici.
È incredibilmente triste, infine, vedere i palazzi, le case, le chiese dei nostri centri puntellati per pericolo. Più triste ancora è stato prender atto che un gioiello medioevale come Rivello è stato messo in ginocchio nel suo orgoglio di “città della memoria”; duramente provata nei suoi antichi e nobili monumenti.
Una Rivello che spero di rivedere presto sgombera da queste travi di ferro reggenti pareti sconnesse, finalmente ringiovanita dagli interventi dei “restauratori”. Così come mi auguro che tutti i centri lucani, colpiti nel ’98, ritornino ai fasti di un tempo, premesso che, memori del passato, non si compiano ancora una volta “brutture”, che alla fine solo la “forza dirompente di Madre Natura” potrà eliminare.

Presentiamo qui sotto la ripartizione precisa, per ogni Comune, dei 217 miliardi erogati dalla Regione Basilicata, per far fronte all’ emergenza terremoto ’98. ( Dati raccolti da Zaccara Franco )

Calvera: 2.492.224.878
Carbone: 2.015.199.777
Castelluccio Inferiore: 18.945.553.343
Castelluccio Superiore: 12.810.824.395
Castelsaraceno: 3.046.713.868
Cersosimo: 3.622.713.371
Chiaromonte: 3.101.806.416
Episcopia: 1.905.693.596
Fardella: 679.846.677
Francavilla in Sinni: 4.617.258.706
Gallicchio: 561.124.744
Lagonegro: 8.615.001.154
Latronico: 13.099.414.829
Lauria: 36.112.130.028
Maratea: 6.881.000.010
Moliterno: 393.363.098
Nemoli: 3.714.355.992
Noepoli: 2.530.773.035
Rivello: 24.392.273.152
Roccanova: 150.000.000
Rotonda: 7.223.340.383
San Chirico Raparo: 1.224.288.459
San Costantino Albanese: 2.861.891.642
San Paolo Albanese: 1.515.879.000
San Sverino Lucano: 7.421.361.887
Sarconi: 153.099.888
Senise: 4.025.991.230
Teana: 2.771.700.752
Terranova di Pollino: 3.923.188.607
Trecchina: 19.210.938.685
Viggianello: 14.981.048.397

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