Parco della Val d’Agri-Lagonegrese: Favorevoli o Contrari?

E’ questa la domanda che sta accendendo vibranti polemiche nei paesi della Valle del Noce. Intere cittadinanze ed Amministrazioni divise sui benefici e sui danni di una possibile nuova area protetta. Non poteva essere esente da questa accesa discussione il Comune di Rivello, che a quanto pare, sembra sentire eccessivamente l’avanzare di un ‘adeguamento ambientale’ voluto dal Ministero dell’Ambiente. Parco, che per alcuni è una condanna segnata preventivamente, per altri, invece, l’ultimo spiraglio di salvezza. In effetti, l’entrata di Rivello nell’Ente Parco potrebbe rappresentare l’ennesima opportunità di uscire dal guscio e dal dimenticatoio, dalla desolazione e da un processo di emigrazione giovanile in forte crescita. Tantissimo dipende, comunque, dalla capacità della classe dirigente, attuale e futura, di valorizzare al meglio le risorse naturali e di gestione. In caso contrario, raccoglieremo i fallimenti di sempre, pronti a piangerci addosso. Nella cittadinanza si sono, inevitabilmente, aperti due fronti: quello dei ‘pro’ e quello dei ‘contro’.
Vi presentiamo di seguito ed integralmente un’intervista (stesse domande) ad un esponente dei SI e ad un esponente dei NO, semplici cittadini e fuori dalla vita politica attiva. Con questo servizio vogliamo portare il confronto in piazza e tra la popolazione, sottraendolo ai ‘giochi municipali’. Potrei sbagliarmi ma i soluzioni non se ne sente parlare. A raccolte di firme (circa 600 i favorevoli), snobbate e a quanto pare non prese in considerazione si contrappone l’abitudine alla disinformazione locale, che punta all’accantonamento, perchè, forse, si considera l’argomento troppo anacronistico. E’ pur vero che i memorabili discorsi infuocati di alcuni mesi fa sono passati di moda e che l’estate gastronomica rivellese ha tessuto il resto annaffiando gli animi, ma non si può dimenticare e far finta di niente, non si può mettere da parte un problema o una decisione che riguarda il futuro del nostro paese e dell’intera area. Perchè non si pensa alla formulazione di un Referendum (…forse ci ha pensato qualcuno di Forza Italia…)? Perchè non si abbraccia una posizione chiara e definitiva, plebiscitaria od impopolare che sia, prendendosi le dovute responsabilità? Scusandomi per ‘le parole di troppo’ che potrebbero far risentire qualcuno, vi invito a sentire cosa ha da dirci un fautore del No, il Prof. Giovanni Annicchino.

Posso chiederLe un aggettivo per definire il Parco?
Operazione illusoria.

Cosa significherebbe l’entrata di Rivello nell’Ente Parco in termini di sviluppo e occupazione?
Assolutamente nulla.

Quali saranno i possibili vincoli per il nostro territorio?
I vincoli si appesantirebbero per l’introduzione di un terzo livello di controllo (l’Ente Parco) e soprattutto perchè il Parco serve per fotografare la situazione esistente e fare in modo che resti com’è. Questo significherebbe la rinuncia a qualsiasi prospettiva di sviluppo industriale, la sola in grado di farci uscire dalla drammatica crisi in cui siamo.

Lei pensa che il Parco possa rappresentare la svolta decisiva o l’ennesima opportunità non sfruttata per l’area interessata?
Il Parco non determinerebbe nessuna svolta in senso positivo per il nostro paese; servirebbe, come già detto, solo a congelare la situazione esistente sul piano urbanistico e socio-economico, l’emigrazione di giovani verso il Nord aumenterebbe, così come è successo e sta succedendo nei paesi del Parco del Pollino e del Cilento.

In termini di opinione pubblica che valore assumono le 600 firme raccolte a sostegno dell’Ente Parco?
Le 600 firme testimoniano l’esistenza di una minoranza di cittadini a favore del Parco. Sull’altro versante le firme raccolte sono più di 1000; se si vuole usare questo strumento per conoscere con precisione l’opinione dei cittadini occorrerebbe organizzare una votazione ufficiale e legalizzata, ma se l’Amministrazione Comunale in carica, pur essendo favorevole al Parco, ha adottato una delibera che accoglie la richiesta della maggiornaza dei cittadini bisogna concludere che le manifestazioni di dissenso, di disagio e di protesta hanno avuto una dimensione sufficiente ampia per ritenere superfluo il Referendum.

Crede che ci sia stata sufficiente informazione nell’avvalorare o nello screditare il Progetto Parco?
I cittadini sono stati e sono sufficientemente informati su quello che significa un Parco, non solo perchè si sono svolte assemblee e dibattiti pubblici, ma anche perchè vi è la possibilità di osservare esempi concreti di Parchi raggiungibili con mezz’ora di macchina dal nostro paese.

A questo punto, quale scenario spera si apra a conclusione dell’intera vicenda?
A questo punto è sperabile che l’idea del Parco venga definitivamente accantonata. Per difendere l’ambiente bastano ed avanzano gli strumenti a disposizione; sarebbe, invece, più utile impegnare le nostre energie per discutere proprio su questi strumenti: nessuno si accorge che essi sono diventati una vera e propria palla al piede per qualsiasi ipotesi di sviluppo? I nostri giovani emigrano non solo per mancanza di lavoro, ma amche perchè per mettere su casa è necessario andarsene a Tortora o a Praia: vogliamo continuare così?

 

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